Lowinsky: un'intervista fra vicini di casa

Ormai lo sapete: le mie interviste sbilenche sono una costante nella programmazione quindi saprete anche che sono per essere iper sincera nel porre domande e i Lowinsky non fanno eccezione nell'avermi risposto con altrettanta apertura.

I Lowinsky sono un bellissimo progetto collettivo che comprende Carlo Pinchetti, Linda Gandolfi, Elena Ghisleri, Davide Tassetti e Federico Inguscio .

Linda e Carlo probabilmente saranno anche miei "vicini di casa" quando mi trasferirò a Bergamo e di sicuro il quadrifoglio che mi ha regalato la loro splendida bimba mi sta portando fortuna.

Forse è una questione di affinità, questa intervista è anche una micro riflessione sulla realtà di Bergamo vista da chi ci si è trasferito: Carlo è originario di Lecco e,  a quanto pare, ha perso l'accento o almeno così dice suo papà, ma dei bergamaschi ne parleremo a fine intervista!

 

 

L’A- Domanda di rito...presentatevi e raccontatemi in po' i Lowinsky

Carlo- Questo è quello che scrivo ultimamente per provare a “riassumere” la band…Lowinsky è un progetto collettivo, nato dopo le mie esperienze con Daisy Chains e Finistère. Con me, negli anni, diversi amici-musicisti, che hanno contribuito a vari livelli alla realizzazione di un EP, un album e alcuni singoli, pubblicati da Moquette Records, più un doppio singolo split con Helsinki (Drew McConnell), uscito per Rocketman Records nel settembre 2023. Nel dicembre 2023 arriva, invece, l’ultimo album «Triste Sbaglio Sempre Lontani», per Gasterecords / Moquette Records. Nel 2024 siamo diventati una band a tutti gli effetti. La nuova line-up, è ora composta anche da Linda Gandolfi, Elena Ghisleri, Davide Tassetti e Federico Inguscio. Suoniamo indie rock vecchia scuola con testi personali e riflessivi, chitarre e molta emozione; i Lowinsky, per parafrasare una band di oltremanica, sono "Bergamo's first & only emo band". Probabilmente non è vero, ma suona bene.

 

L’A- ll vostro ultimo Ep "Triste sbaglio sempre lontani" nasce da "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati...perché proprio questo libro? A me, come concept, ricorda moltissimo un paio di cose: La Fortezza di Meša Selimović e Il film Jarhead  proprio per questa sensazione di stallo e di costante attesa di qualcosa, che forse è la cifra della nostra generazione. Anche il formato di sei tracce è a mio avviso perfetto perché, come si dice a Roma, la vita è un mozzico.

Carlo- Ti do una clamorosa anticipazione: un pezzo del disco nuovo si chiamerà appunto “La Fortezza”, e non è un caso! Non ho mai letto il libro di Selimović, ma me lo sono appena comprato, grazie al tuo consiglio. Sono sempre stato abbastanza ossessionato dall’attesa, intesa come speranza di una realizzazione futura, che inconsciamente si sa inattuabile, come ironia della ridicola condizione umana. Si continua a sperare e tutto ad un tratto tutto è finito, il tempo si è esaurito e stop. È come se non ci fosse un passaggio intermedio. Che poi è quello che Buzzati ci ha comunicato ripetutamente con le sue opere.




 L’A- Come si costruisce un progetto collettivo e ambizioso come il vostro?

Carlo- Un progetto collettivo si costruisce con la gente che se ne va! Purtroppo, nel mondo DIY è difficilissimo riuscire a conciliare vita, lavoro e musica a livelli seri, quindi la gente rinuncia, cambia, fa scelte che differiscono dalla direzione della band, inevitabilmente. E chi rimane deve decidere se dedicarsi ad altro, cambiare nome, o trovare una formula diversa. A me interessava mantenere il nome Lowinsky, a cui sono molto affezionato, e continuare a suonare questo genere, sviluppando le mie canzoni nel formato band. Così ho deciso di proseguire, un po’ alla Shins o alla Lemonheads: ci sono io con le mie canzoni e gli amici che in quel momento hanno voglia di suonare con me. Fortunatamente c’è sempre stato molto ricambio. Però se TSSL era di fatto un disco solista con contributi di tanti amici, ora le cose sono cambiate, si sono evolute, e l'album che abbiamo appena terminato di registrare al Real Sound è a tutti gli effetti il lavoro di una band, con Linda, Elena, Davide e Federico parte integrante e determinante dei Lowinsky.

 

 L’A-  Cosa pensate sia imprescindibile nel panorama musicale attuale? Qual è, secondo voi, un tassello mancante o migliorabile, se credete ci sia.

 

Carlo- Imprescindibile niente! Purtroppo, o per fortuna, non c’è nulla di sacro. A me piace la musica indie e alternativa, sono un convinto fautore del DIY. In Italia però sono concetti per lo più sconosciuti, non praticati e, probabilmente, in fin dei conti sono un pirla io a crederci. Siamo l’unico paese al mondo in cui il pop viene chiamato indie, ironico no?

 

L’A- Siete i precisetti più informali che conosca, qual è il vostro baricentro? Riuscite a bilanciare tutto con rigore e caciara come fate? Del tipo, la vostra routine in sala prove? Il brainstorming dietro a un pezzo, se c'è...non vi chiedo chi porta la birra perché la prossima volta la portiamo noi...

 Carlo- Guarda, quello che dici è molto centrato, per far le cose al nostro livello, quindi seriamente ma senza camparci, devi riuscire ad avere un minimo di disciplina, tipo le prove almeno una volta a settimana, con almeno 4/5 della band. Per quanto riguarda la scrittura e l’arrangiamento, in genere mi piace girare a tutti testi e accordi dei pezzi nuovi che scrivo, con un demo con audio decente chitarra e voce, di modo che chi vuole possa ascoltare o addirittura preparare qualcosa prima che ci si veda in sala, dove poi tutti danno il proprio contributo scrivendo le parti del proprio strumento e ragionando sugli arrangiamenti. Poi Elena vuole sempre andare a mangiare qualcosa di diverso prima delle prove, io invece voglio sempre mangiare il kebab sotto la saletta. Questa è la vera questione dirimente del mercoledì sera ad Almè. Ok per le birre, vi aspettiamo (possibilmente Moretti ghiacciata, grazie).





 L’A- Ma questa cosa con i Nada Surf?* Per quanto mi riguarda è fighissima, mi spiegate un po' come si è concretizzata?

Carlo-  Mi piace pensare che sia il premio per più di quindici anni di sbattimenti, in cui ho fatto il manager, ufficio stampa e booking agent di me stesso. Un po’ di karma che torna indietro, ogni tanto. In questo caso alla grande, visto che per me e Linda i Nada Surf sono uno dei gruppi preferitissimi di sempre. C’è ovviamente anche una persona che crede molto in noi e nelle nostre canzoni in questo loop, senza la quale non sarebbe stato possibile. Una persona a cui voglio bene e che ci ha dato un testo bellissimo che abbiamo utilizzato per una canzone del nuovo disco.

*I Lowinsky sono stati la band di apertura per la data dei leggendari Nada Surf in Santeria a Milano lo scorso dicembre.

                                                                                                                                                  

L’A-  Dato che, come Walt Whitman, contenete moltitudini: libro e disco preferito di ognuno o se volete anche una risposta collettiva è ok!

 Carlo- Ma è impossibile dare solo un disco e un libro, dai su, siamo seri! La mia risposta di oggi, domani sarà diversa, è la seguente: “It’s a shame about Ray” dei Lemonheads e “Il deserto dei tartari” di Buzzati.

Elena dice “Blackstar” di Bowie e “Quel che si vede da qui” di Leky.

Fede risponde: “Nimrod” dei Green day e “Il barone rampante” di Calvino.

Per Linda “Sillion” di Johnny Flynn” e “Verso la foce” di Celati.

Per Tasso, invece, è una “domanda infame”, è come chiedere ad un chitarrista: se ti dovessimo lasciare con un solo dito su una sola mano, quale sceglieresti?” e poi comunque indica “The Fragile” dei Nine Inch Nails e “I versi satanici” di Rushdie.

 

L’A- Progetti futuri?

Carlo- Al momento siamo molto gasati per il disco nuovo, che finiremo di mixare la prossima settimana, siamo focalizzati su quello, poi si vedrà.  Per una volta nella mia vita musicale proverò a non mettermi fretta (non ci riuscirò).

 

L’A-  Carlo, ti prego: fammi un tutorial su cura e terapia dei bergamaschi ché ne avrò estrema necessità...tipo, quanto spesso è consono innaffiarli? Io ancora non ho capito se posso nutrirli dopo la mezzanotte o se poi iniziano a germogliare male...

Carlo- Me lo chiedi perché sai che sono forestiero? Da nipote di una bergamasca, marito di una bergamasca e padre di due bergamaschi, ti posso assicurare che sono la mia gente preferitissima di tutto il mondo. Ma su cura e terapia non saprei proprio dirti, l’unica certezza è che hanno la testa dura, e quindi bisogna regolarsi ahahah. Non escludo siano in realtà Gremlins

 

Ringrazio Carlo e tutta la formazione  Lowinsky: Linda Gandolfi, Elena Ghisleri, Davide Tassetti e Federico Inguscio! Ci vediamo presto!

 

 

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Le foto sono a cura di Anna Lisa Pinchetti