La traviata secondo Lorenzo Mariani, teatro e cinema si specchiano

 

Vespe di Vacanze Romane che sfrecciano sul palco, giubotti di pelle alla Grease, atmosfere de La dolce vita di Fellini. Cinema o teatro?

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Se nel 2001 era stato un film, il Moulin Rouge di Baz Luhrmann, a ispirarsi a La traviata di Verdi, stavolta è La traviata firmata da Lorenzo Mariani a prendere ispirazione da diverse pellicole cinematografiche per mettere in scena il dramma di Violetta Valéry, in un continuo gioco di specchi tra le diverse arti che non finiscono mai di guardarsi e contaminarsi.

Succede allora che alla festa nella casa di Flora – dove Violetta e l’amato Alfredo si incontrano – al centro del palcoscenico troneggi un cuscino gigante color fucsia a forma di cuore, un’altalena oscilli da una cornice luminosa (che verosimilmente rimanda ad uno schermo del cinema) e ballerine del burlesque mostrino le loro grazie al pubblico, così come accadeva nelle scene del film di Baz Luhrmann.

Ma il Moulin Rouge non è l’unica pellicola da cui prende ispirazione Lorenzo Mariani. “Il primo atto si svolge a Via Veneto”, commenta il regista, “con un viavai di gente, luminarie, Vespe e paparazzi, perché tutti vogliono essere fotografati e apparire sui giornali”. Quella che secondo il libretto di Francesco Maria Piave era la Parigi del XVIII secolo, diviene allora la Roma de La dolce vita di Fellini, dove la diva Violetta Valéry viene rappresentata come una Marylin Monroe di cui tutti ne vogliono un po’, fino a consumarla.

Non si consuma invece la bravura di Francesca Dotto (Violetta Valéry), le note della sua voce sembrano intrecciarsi insieme a quelle degli strumenti musicali diretti da Manlio Benzi, dando vita ad una melodia incantevole. Ma è la perfetta sincronia con Alessandro Scotto di Luzio (Alfredo) a rendere la scena unica, facendo innamorare critica e pubblico. “Godiam, fugace e rapido è il gaudio dell’amor”.

Direttore: Manlio Benzi

Regia: Lorenzo Mariani

Maestro del coro: Roberto Gabbiani

Scene: Alessandro Camera

Costumi: Silvia Aymonino

Movimenti coreografici: Luciano Cannito

Luci: Roberto Venturi