"Contestare l'ovvio": quando l'arte si mette in discussione

Luogo: MLAC (Museo Laboratorio di Arte Contemporanea)

Periodo: dal 18 ottobre al 10 novembre 2017

Orari: dal lunedì al sabato dalle 15 alle 19. Ingresso gratuito

Al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza si è aperta, il 18 ottobre scorso, la mostra "contestare l'ovvio", collettiva che riunisce opere di Marco Bernardi, Fabrizio Cicero, Marco Colazzo, Rita Mandolini e Pasquale Polidori. 

"Contestare l'ovvio"... ma che cos'è l'ovvio?

Letteralmente è ciò che va incontro (dal latino ob - vius) e, traslato, sta a significare qualcosa di certo, di naturale, ciò che è sicuro e indiscutibile. La contestazione dell'ovvietà e dello status quo è da sempre uno degli obiettivi che l'arte si pone; così la curatrice Helia Hamedani ha raccolto alcune opere di questi cinque artisti, con l'intenzione di mettere in discussione tutto ciò che diamo per scontato. 

Ogni artista in mostra cerca di smuovere le nostre certezze, di disorientarci, frammentando o modificando le strutture a noi note. Così Marco Bernardi ci mostra una mappa dell'Europa, immagine che tutti noi conosciamo, ma non in questi termini; l'Europa a pois di Bernardi ha un aspetto giocoso, è morbida, e ci invita quasi a toccarla. Gli stati membri dell'Unione Europea sono a pois, mentre quelli che non ne fanno parte sono in nero, come l'enorme Russia che sembra incombere sul vecchio continente, mentre la Svizzera è dorata, forse allusione al paradiso fiscale. In questo modo l'artista gioca con la geopolitica, modificando ciò che agli occhi di tutti è ovvio. 

Lo spettatore e l'artista dialogano, in un incontro di tessuti a pois. 

Lo spettatore e l'artista dialogano, in un incontro di tessuti a pois. 

Lo stesso concetto è alla base di Simboletti, seconda opera in mostra di Bernardi. Per terra, appoggiati al muro, i simboli delle principali ideologie del Novecento e delle più importanti religioni sono crollati. Questi, camuffati, hanno un aspetto infantile, giocoso, quasi pagliaccesco, e sdrammatizzando alludono alla caduta delle ideologie e delle certezze. Un'operazione che rende innocui alcuni dei simboli più terribili della storia dell'umanità, come la svastica, trasformandoli in dei grandi giocattoli colorati, che hanno in sé qualcosa di Pop.

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Lavoro diverso quello di Fabrizio Cicero, che con la sua opera Del disegno non me ne frega ci induce a compiere altre considerazioni. Dopo aver realizzato dei disegni a matita e carboncino su carta, l'artista li ha posti sotto la calda luce di un faro da teatro, a distanza molto ravvicinata, fino a farli bruciare. Cicero ha così trasformato i disegni e la materia, bruciandola e distruggendola, con un'operazione di "burriana" memoria, sebbene qui il lavoro sia lasciato al medium del faro e non ci sia l'attività distruttrice diretta dell'artista. I disegni, di cui restano solo le tracce, sono posti a terra, in delle file simmetriche che formano come un cimitero, fatto delle ceneri dell'opera d'arte. L'opera di Cicero è quindi una riflessione sulla distruzione e sulle incertezze, e contesta così l'ovvietà del disegno. 

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Interessanti anche i lavori di Rita Mandolini e Marco Colazzo,  unici due artisti in mostra ad usare la tecnica pittorica. Nelle tele della Mandolini si celano forme e simboli lontani, paesaggi onirici si nascondono nella sua pittura a nero su nero. A primo impatto sembrano semplice tele oscure, ma l'artista ci invita a soffermarci più a lungo, finché non emergono dei frammenti, come fosse il nostro subconscio, sepolto, che fatica ad uscire fuori. Quelle di Colazzo sono invece tele molto colorate, con cromie sgargianti, dalle atmosfere surreali; i soggetti non sono figurativi, ma si perdono in segni istintivi e astratti. 

Quella di Pasquale Polidori è l'opera più concettuale in mostra. Momenti difficili di soggetto e oggetto è un video che si articola in tre momenti, dove, tramite semplici oggetti del quotidiano, l'artista gioca intorno a concetti filosofico/linguistici.

Il giorno prima della chiusura della mostra, il 9 novembre, si terrà dalle 15 alle 17 ci sarà una lezione-performance di Cesare Pietroiusti, occasione in più per visitare il MLAC e questa interessante e suggestiva esposizione.