Yūjin

Tra i capitani Xi e Shen, rispettivamente primi condottieri del regno di Hun ed del regno di Chuen, regnava una fratellanza solida frutto di molte battaglie combattute l’uno al fianco dell’altro. Insieme avevano abbastanza materie prime e terreno per essere indipendenti dai regni vicini i quali, invece, erano sempre in guerra per una prevaricazione finale che si risolveva sempre con un nuovo equilibrio.


Xi e Shen non erano solo fratelli di spada ma anche compagni di giochi e, anche se divisi da un confine immaginario, figli della stessa terra. Consapevoli del fatto di essere divenuti capi troppo giovani, avevano trovato rincuoro e consiglio l’uno nell’altro ed insieme avevano guidato i due regni sempre per il popolo e con il popolo fino ad essere amati e rispettati dai propri sudditi come si rispetta un anziano saggio.
Dai racconti di Liu-Bei , erudito ed instancabile viaggiatore, si tramanda l’emozione e la maestosità che si provava alla prima vista delle due regge reali erette sul picco di due promontori a strapiombo sulla ripida costa bagnata dalle impetuose acque del mare Kuzko.

Dalle memorie di Liu-Bei:

Accesso impervio
chiaro solo a chi veramente ci crede,
vista immane
di cui solo in pochi le memorie possono annoverare,
vento di mare
luce di montagna,
Ora, qui, per la prima volta io mi fermo.

Alle prime luci dell’ alba Xi e Shen consumavano il primo pasto della giornata. Un piatto a forma di stella a quattro punte; dal Nord il miglior pesce delle acque del regno, da Est i più grandi e succulenti frutti della terra che solo i più esperti contadini del reame potevano ricavare, da Sud i sapori delle mandrie e degli allevamenti dono dei premurosi e silenziosi pastori delle praterie, da Ovest una lacrima vergine della fonte di acqua portatrice di vita ed abbondanza.
Dalle loro fortezze, con l’acqua brindavano entrambi in direzione del fedele compagno in memoria dei giorni passati, con il pesce esaltavano la benevolenza di Kuzko, con la carne e i frutti del terreno celebravano le braccia e il sudore della loro gente.

Venne il giorno della “Festa dei due regni” in cui le genti si uniscono in danze sfrenate e banchetti interminabili, dove amici lontani da lungo tempo hanno finalmente la possibilità di riabbracciarsi e di perdersi in lunghe storie di vita. Tra questi vi sono anche Xi e Shen che con una solenne stretta di mano danno inizio ai festeggiamenti.
Ogni anno in più che passava quella stretta assumeva un valore sempre più grande, prolungandosi per interminabili minuti.
Nuovamente uno di fronte all’altro liberarono le braccia dall’intricata ragnatela dei pregiati vestiti pronti per quella, ormai, leggendaria stretta di mano. Le mani si erano nuovamente congiunte e tra urla di giubilo incominciarono i festeggiamenti. Nessun popolano si accorse di alcuna differenza perché per loro era un evento insito nel concetto di tempo e quindi, del tutto immutabile; d’ altro canto se ne accorsero i due saggi condottieri che in quella presa non sentirono più la forza e l’energia di un tempo, non avvertirono più la pelle liscia come seta del compagno ma la grinzosa e ossuta mano di un vecchio.
Rispecchiandosi negli occhi dell’ amico riconobbero allora l’ effetto della vecchiaia, negli stessi occhi videro non più il bagliore dei tempi di passione e cambiamento ma il loro lento appannarsi e sbiadirsi. Riconobbero gli occhi di chi non può più essere un buon condottiero verso il futuro, ma una reliquia del passato.
I due Yūjin capirono che era arrivato il momento della loro ultima e più grande impresa, facendo ricorso alle ultime energie vitali che rimanevano nei loro esili corpi erano intenzionati a chiudere il cerchio che le loro vite avevano aperto. Poche parole vennero pronunciate quella notte di festeggiamenti anche se nelle loro menti era ben chiaro quello che sarebbero stati i giorni a venire.

Dalle parole di Liu-Bei:

Quattro carte
due verranno lasciate al mare e al vento
le altre ricordate nel tempo.

Midori è il nome dell’ unica figlia di Xi, è il suo germoglio e linfa portatrice di freschezza e splendore. La sua nascita corrispose alla tragica morte della madre, per questo Xi l’ amò e le diede le attenzioni che si concedono solo al più grande degli amori ma, allo stesso tempo, la istruì e la introdusse alla vita adulta con rigore, comprensione e flessibilità come si alleva il migliore dei figli.
La dinastia di Shen era composta da tre figli maschi. Kos, Ciu, Zko non erano troppo distanti di età l’uno dall’altro però, con l’ inoltrarsi nella vita adulta, avevano sviluppato personalità completamente discordanti. Si sa che quando arriva l’età in cui in noi sembra esserci un fuoco inesauribile dal quale si può attingere calore ed energia a non finire, ci si butta senza timore in avventure e sfide poco coscienziose con alquanto imprevedibili conseguenze.
L’orgoglioso ed impulsivo Kos morì vittima della sua stessa superbia misurandosi in una sfida che neanche il più facoltoso degli dei sarebbe stato in grado di conseguire con successo. Voleva dimostrare al padre di essere il più forte tra i tre figli e, rivendicando il suo status di primogenito nonché successore al comando, promise al padre che al primo pasto del giorno successivo avrebbe accompagnato il brindisi con la carne della più feroce tigre delle foreste del regno. Shen acconsentì ed in breve una piccola compagnia di dissennati capeggiata da Kos partì dalla fortezza di Chuen già ebbra di gloria e successo ma altrettanto rapidamente venne ingurgitata dalla selvaggia giungla. Quello che rimase furono i gemiti di sofferenza e frustrazione trasportati dal vento fino alle orecchie di Shen.
Alla morte di Kos seguì quella di Zko il quale non era portato alle pratiche del comando. Vanitoso curava se stesso cospargendosi di pietre preziose provvedendo con assidue attenzioni più a se stesso che al suo popolo.
Durante il periodo dei grandi temporali e delle grandi burrasche si dice che morì di una esotica e totalmente sconosciuta malattia anche se di lui non fu mai mostrato il corpo né si seppe più nulla.

Un altro anno era trascorso e con esso anche il tempo di una nuova stretta di mano. Questa volta però le mani non furono strette ma alzate e non solo quelle di Xi e Shen ma anche quelle di Midori e Ciu che in quel sacro giorno univano le loro vite, i due regni e il sangue dei due vecchi amici in un’ unica entità. I due popoli, ormai divenuti uno, esultavano, il volto di Xi trapelava un lieve segno di soddisfazione per essere riusciti ad assicurare al regno altri lunghi anni di prosperità mentre dall’ occhio sinistro di Shen scendevano copiose lacrime di felicità per l’opera compiuta e da quello destro lacrime di coccodrillo per la morte dei due figli.
Alle spalle dei presenti Kuzko espresse la sua benedizione verso la coppia andando ad infrangersi sulla scogliera proiettando le sue spire alte verso il cielo stellato.

Dopo che i festeggiamenti furono finiti solo un bimbo si aggirava solitario per la spiaggia in cerca di conchiglie o di qualsiasi cosa che attirasse la sua attenzione. Per l’ennesima volta si piegò infilando la mano sotto il pelo dell’ acqua afferrandone una apparentemente non di buona fattura ma che si chiudeva su se stessa sinuosa e sensuale. Decise di tenerla e iniziò a ripulirla in tutti i suoi anfratti con le sue piccole dita fino a che non fu soddisfatto del lavoro ed estraendo la mano si ritrovò infilato in un dito un pesante anello giallo fiammante tempestato di diamanti e rubini ed ogni cosa preziosa esistente a questo mondo. Il suo giovane cuore incominciò a battere all’impazzata combattuto su quello che ci avrebbe potuto fare, si guardò furtivo intorno per paura di qualche osservatore indiscreto, guardò sulla spiaggia, lontano verso l’orizzonte ed automaticamente guardò su per la scogliera a strapiombo al di sopra della quale troneggiava la fortezza di Shen ma essendo troppo piccolo per capire se lo intascò senza raccontare a nessuno del prezioso ritrovamento portando con sé il segreto della dinastia Shen.









Dai racconti di Lui-Bei itinerante viaggiatore, ascoltatore delle correnti del mare e del vento, sapiente portatore di segreti.