Time Out

È tramonto. All’incirca 8.00 p.m.

- Un caloroso buonasera da Felicia Harrow e ben sintonizzati sul notiziario della sera.
È il secondo giorno di black out del tempo ed è ancora in corso la difficilissima operazione, da parte degli esperti, di reimpostare l'orologio all’ora esatta. Ma nel frattempo cosa sta succedendo nel mondo?
Ce lo dice la nostra inviata Fiona Boobs dirett… -

Richard Arret spense il televisore con un sorrisetto compiaciuto. Faceva parte di quelli che avevano accolto il black out con grande ilarità soprattutto nei confronti dell’eccitazione che si crea nella società alle porte di un imprevisto.
Era dagli anni della sua ultima pubblicazione su quel magazine di viaggi che Richard non metteva più mano alla penna, ma per questa occasione aveva deciso di usare il libretto di pelle troppo bello da avere il coraggio di usarlo e di dare vita ad una specie di reportage personale sulla vicenda in corso.

Rilesse rapidamente gli eventi del giorno precedente scritti con una confusionaria calligrafia. In pratica era successo che nelle Americhe vi era stato una minaccia di attentato a tutte le centrali nucleari e non, da parte di una misteriosa figura chiamata Keyser Söze che aveva costretto le autorità a far evacuare le aree interessate e ad un loro preventivo arresto nel funzionamento. Insomma Black Out totale. Allo stesso tempo in Europa era in corso una manifestazione pro risparmio energetico che comportava assenza di elettricità per pochi minuti al fine di donarla ai paesi africani che, però, si trovarono a ricevere un flusso talmente alto di energia da non poterla supportare al punto, da mandare in cortocircuito tutte le centraline del continente. In Medio Oriente un’immensa tempesta di sabbia sradicò i tralicci della corrente, interrompendo l’estrazione del petrolio necessario a mantenere in funzionamento le grandi città verticali. Contemporaneamente un virus mandò in tilt il sistema informatico principale dal quale tutti i paesi asiatici dipendevano che, per essere riparato, necessitava di un riavvio generale.
Allo stesso modo, che ci vogliate credere o no, vennero direttamente o indirettamente sospesi tutti i sistemi informatici del pianeta dai quali la società dipendeva per una grande varietà di servizi più o meno necessari. Uno di questi era proprio il tempo.
Infatti, ormai da svariati anni, le batterie non erano più in uso e tutti i dispositivi erano collegati e alimentati via internet al Sistema il quale funzionava da orologio centralizzato che poi, attraverso un segnale, aggiornava tutti i dispositivi come cellulari, timer, orologi e così via.
In quella convergenza di eventi il Sistema aveva perso il tempo, non sapeva più che ora fosse perché ovunque allo stesso momento un Black Out lo aveva costretto a riavviarsi e nel dubbio di che ora potesse essere, il Sistema, decise…  di ripartire da zero.

Forse in Groenlandia era rimasto qualche orologio all’antica funzionante, che una troupe di cameraman aveva portato con se in una spedizione al Polo Nord per delle riprese mozzafiato, ma nessuno ebbe il coraggio di raggiungerli in capo al mondo solo per chiedere che ore fossero.

Ci aveva messo un bel po’ anche lui a convincersi che queste coincidenze non fossero solo un fantasioso sogno, ma ora i dispositivi segnavano le 8.10 p.m. dell’anno zero ed è risaputo che nei sogni il tempo non passa mai.


Ora, va detto che la gente non accolse con grande entusiasmo il ricalcolo dell’ora, anzi reagì con una pressappoco totale indifferenza nei confronti di quello che tutti i dispositivi segnavano come un nuovo inizio. Molte persone si sentirono usurpate del loro vecchio tempo; per chi del ventesimo secolo ormai ricordava i migliori anni della propria vita questo azzeramento lasciava la sensazione di annullamento del passato, come se il messaggio fosse: “Da ora quello che è stato non conta più, voi siete estinti, si ricomincia!”. E di ricominciare nessuno di loro aveva più le forze. Per non parlare di tutti i religiosi; soprattutto quelli cattolici che si videro addirittura cancellare la nascita del profeta che portò la parola di Dio tra gli uomini, usurpati del potere, fino ad ora unico, di aver deciso l’inizio. Per costoro vi poteva essere solo un anno zero, ovviamente il loro, perché il potere di Dio è al di sopra di qualsiasi Sistema, perché Dio non si può disdire con un semplice Black Out.
Per queste ed altre persone il calendario continuava a loro piacimento. Insomma, si venne a creare un relativismo temporale che rese la società più colorata. Nelle scuole si mise in dubbio l’ esattezza della campanella di fine lezione, accusando i presidi di aver sfruttato l’occasione per prolungare le ore di studio, grazie a ciò si potevano vedere studenti nel mezzo di una lezione, proprio mentre si analizzava il pensiero di un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita al suo sviluppo, evidentemente stufi di tutto questo, alzarsi e andarsene per i fatti loro, liberi di esprimere la loro indifferenza.
La polizia si trovò in difficoltà sulla decisione di intervenire o no alla chiamata di una signora, a notte inoltrata, che si lamentava dell’ alto volume dello stereo di quei ragazzacci del piano di sopra i quali, però, sostenevano di avere tutto il diritto di ascoltare la musica al volume che gli pareva dato che il loro orologio segnava le 6.00 di pomeriggio.

Questo e altro successe mentre tutte le televisioni continuavano a ripetere come un mantra che dei misteriosi tecnici stavano cercando di ridarci il tempo che ci spettava. Eroici uomini che si stavano prodigando nel calcolo del tempo perso contro il tempo stesso che inesorabile si sentiva avanzare nelle rughe di chi il tempo lo aveva contato.
Dopo svariati giorni girò la notizia che questi geni del calcolo avessero finalmente dedotto l’ora reale, cioè le 15.37 e 58 secondi. Però, in quei giorni la gente ne aveva sentiti talmente tanti di orari diversi, che quel numero risultò tanto banale da perdersi come una frase sussurrata all’ interno di un mercato. Le televisioni avevano esasperato così tanto quel momento che, quando era arrivato, sembrò alle orecchie di tutti troppo banale per essere preso sul serio.

Se nemmeno la vera ora trovò il suo spazio sugli orologi di tutti, vi starete domandando cosa successe ora…
Si racconta successe che poco tempo dopo che quei famosi ricercatori tornarono dall’ isolato Artide, alla conferenza di bentornato, quando si videro servire un bel bibitone di caffè, osservando il loro vecchio orologio da polso, dissero:
“Ma non è un po’ tardi per servire il caffè?”

Con loro, la vita ricominciò come era sempre stata ed ognuno ricominciò a perdere il proprio tempo come era previsto fosse dovuto essere perso.