Motta, “Vivere o morire”: la dicotomia di un album che racconta Amore.

 
Motta
 
Anno: 2018

Genere: Alternative Rock

Durata: 31' 42''

Etichetta: Sugar

Il 6 Aprile scorso è uscito il secondo album da solista di Francesco Motta, vincitore del Premio Tenco 2018 come miglior disco in assoluto. Nove tracce contraddistinte da una particolare essenzialità sonora e permeate da una nuova consapevolezza: “Vivere o Morire” è senza pretese e senza pudore un album sentimentale che non ha paura di mostrarsi tale e che sancisce una netta trasformazione rispetto al precedente.

Per l’ex fondatore dei Criminal Jokers il precedente lavoro rappresentava un disco di transizione: i testi raccontavano l’irrequietezza emotiva, la mutevole babilonia dell’instabilità nella quale l’autore si stava dibattendo, descrivendo calzante il momento catartico de “La fine dei vent’anni”: Non devi sbagliare strada, non farti del male, è trovare parcheggio. Se nell’album d’esordio da solista si racchiudeva un epilogo, “Vivere o Morire” ci regala l’ingresso in una nuova parentesi. Motta sembra infatti aver sconfitto i demoni del decennio precedente per addentrarsi in un presente degno del suo significato: il dono della libertà di essere fragili, di cedere e concedersi, non senza qualche retaggio del passato: Vivere o Morire, aver paura di tuffarsi di lasciarsi andare.

Francesco canta il sollievo e la gratitudine, l’aspettativa e la prospettiva e canta anche d’amore, del suo, quello per l’attrice Carolina Crescentini. La dimensione della coppia affiora con garbo e audacia, riflette la consapevolezza di un sentimento coltivato con premura, la stessa che traccia le parole dei testi che non faticano a trovare ispirazione, finalmente senza spiegare niente.

 
 

L’esigenza di esprimere un’emotività non più celata viene raccontata attraverso ogni pezzo, ogni storia trasportata dalle note, ogni testo che toglie il fiato come ogni domanda nell’ultima canzone dell’album, “Mi parli di te”, una lettera dedicata al padre. Con questo nuovo capitolo musicale l’autore si mostra ora padrone di trovare la sua dimensione, ormai straniera alla sregolatezza e all’eccesso non più necessari, regalandoci un passaggio consapevole arricchito da armonie di archi e l’essenzialità di voce e chitarra. Anche per Francesco Motta è arrivata l’ora di restare.

Gradimento Autore: 9/10

Gradimento Amletico*: 8.3/10

Tracce Consigliate: "La prima volta"; "Quello che siamo diventati"

*Media tra gradimento del pubblico, critica e autore

*altre recensioni