Le Fleur, il fiore proibito: il pubblico crea il proprio spettacolo

“Non hai un posto a sedere. Dovrai indossare una maschera e immergerti nello spettacolo”. L’invito che si riceve prima di assistere a Le Fleur – Il fiore proibito non è come tutti gli altri. E neanche l’esperienza a cui si prenderà parte lo sarà: numerose sale da esplorare, dialoghi a tu per tu con gli attori e possibilità di scegliere quale scena seguire, creando il proprio spettacolo. È questo il teatro immersivo.

 
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Da quello che le cronache dell’epoca riportano, anche nell’antica Grecia il pubblico partecipava alla messa in scena. Urlava, gemeva, protestava manifestando il proprio dissenso o applaudiva mostrando il proprio apprezzamento. Con l’immersive theatre – che si sviluppa nei paesi anglosassoni agli inizi degli anni Duemila ­– il pubblico viene nuovamente chiamato a prendere parte alla rappresentazione, dove da mero spettatore diventa vero e proprio attore. D’altra parte la sensazione che si ha durante tutto lo spettacolo in scena al Teatro Garbatella è quella di poter incidere sul corso della narrazione.

 
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È capodanno e ci si trova nel quartier generale della malavitosa famiglia Andolini; un ampio locale ricco di luoghi di perdizione: una sala da ballo, un casinò e una stanza del piacere dove la lussuria regna sovrana. Pochi giorni prima a San Lorenzo c’è stato un regolamento di conti e otto persone sono state uccise. La polizia sta indagando e ha puntato gli occhi sul figlio del boss, il riottoso Rocco Andolini. Ma quello di San Lorenzo non è l’unico fatto di cronaca nera sui giornali, c’è anche la tragica morte di un ragazzo accoltellato.

 
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Succede allora che si può essere avvicinati dalla ragazza della vittima per progettare insieme a lei la vendetta, essere contattati dal commissario per aiutarlo nelle ricerche oppure essere chiamati da Rocco per una partita a poker con lui. Il pubblico quindi recita, interviene e incide sullo spettacolo, modificando la scena stessa. Di qui l’abilità degli attori di adattarsi ad un palcoscenico in continuo divenire, diventando dei registi in movimento che devono guidare e catturare gli spett-attori.

 
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Rapito da una storia di cui è inconsapevolmente partecipe, il pubblico dotato di maschera si mescola con gli attori che ne sono privi. Ma dietro la maschera bianca si cela anche qualche attore, creando un’atmosfera dove tutto si confonde. Lo spettatore è avvolto dunque dai petali degli attori e inebriato dalla loro recitazione, come un pistillo all’interno di un fiore.  “Voi, qui, siete al riparo dei petali di un fiore… Questo è un posto dove poter ascoltare i propri desideri, anche i più segreti.”

Info spettacolo: qui.