“La locandiera” di Carlo Goldoni al Teatro Vascello: Il fascino sirenico di Silvia Gallerano

In scena al: Teatro Vascello, dal 19 al 23 dicembre 2017 (ore 21.00)

Prezzi: € 20 intero; € 15 ridotto

Adattamento e Regia: Stefano Sabelli

Mirandolina ha bisogno di essere adorata, voluta, cercata. È il suo stesso nome a dirlo, a indicare quella necessità che le sta a cuore più di ogni altra cosa: esser ammirata. E così tutti gli avventori della locanda – che mantiene da sola dopo la morte del padre – si invaghiscono di lei, della sua malia irresistibile. Il marchese di Forlipopoli e il conte d’Albafiorita non sono da meno, anche loro cadono nella rete di languidi ammiccamenti della locandiera, e cercano pertanto di conquistarla con le armi che hanno a disposizione. Il primo prova a sedurla attraverso la galanteria e offrendole la protezione del titolo che porta (anche se di denari ne ha ben pochi), mentre il secondo la ricopre di doni ed è pronto a spendere qualsiasi somma pur di catturare l'ambita creatura ribelle.

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Mirandolina non disdegna di certo né la cortesia del marchese né le offerte del conte, ma nessuna delle due riesce a sedurla. Concede il suo tempo a tutti, ma la sua libertà a nessuno.
C’è tuttavia un avventore nella sua locanda che non le riserva attenzioni; anzi, la disprezza e non la degna nemmeno di uno sguardo. Si tratta del cavaliere di Ripafratta, un uomo scontroso, che rifulge le donne e le considera delle arpie capaci dei più ineffabili malefici. Mirandolina vede in lui una nuova sfida: lei, capace di sedurre tutti gli uomini, s’infiamma all’idea che qualcuno non subisca il suo fascino, perciò decide che anche quella fortezza inespugnabile di scontrosità dovrà cadere sotto i colpi della sua voluttuosa arte.
Tra deliziosi intingoli e languide premure, anche il cavaliere conoscerà la “sofferenza di trattare con piacere” con le donne, fino ad arrivare al punto di bruciarsi con il fuoco dell’amore.

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Così come Goldoni aveva segnato il passaggio dalla commedia dell’arte a quella moderna, Stefano Sabelli cambia rotta rispetto alla tradizione, ambientando l’opera in una locanda sul Delta del Po durante gli anni ’50 anziché nella Firenze del ‘700. La virata non è brusca, la sceneggiatura d'altra parte rimane per lo più la stessa, e, seppur si parli ancora di cavalieri, conti e marchesi, tale aspetto non stride in un’epoca ove tutto ciò appare ancora plausibile. A cambiare sono invero solo le acque dello scenario in cui si svolge la vicenda, che da quelle allegre del fiume Arno diventano quelle paludose del Po.

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Nell’atmosfera acquitrinosa avvolta da una nebbia seducente e lattiginosa, la locanda Vecchio Po si apre e si chiude a fisarmonica, come quella suonata da Angelo Miele durante la rappresentazione, che dialoga con i personaggi in un appassionato ballo tra note e parole. I personaggi traghettati nell’isola della sirena Mirandolina sono presto vittime del suo charme, che li attrae in modo irresistibile alla sua locanda, in cui ogni stanza è resa come uno spicchio del carosello ideato da Lara Carissimi e Michelangelo Tomaro, ove gli attori ruotano in una magica giostra di colori ed emozioni.

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In tale contesto, Silvia Gallerano (Mirandolina) incarna alla perfezione lo spirito seducente della locandiera. Non è una bellezza vertiginosa, ma la sua abilità nella recitazione incanta il pubblico alla stessa stregua di Mirandolina rispetto al cavaliere di Ripafratta. Questi è interpretato da un compassato Claudio Botosso, che risulta poco espressivo nei movimenti e nei gesti, ancorché la sua voce sia penetrante e in grado di mostrare tutto lo scoramento del suo personaggio.
Gli altri interpreti contribuiscono efficacemente a valorizzare la messinscena e ad esaltare le caratteristiche dei rispettivi personaggi, che appaiono tutti ben delineati. Se, come diceva Goldoni, “la fortuna è di chi se la sa espressamente meritare”, questo spettacolo si merita di averne e per questo si augura un buon viaggio lungo i fiumi che innervano la nostra penisola.

Gradimento Autore: 8/10 (Regia: 8/10; Interpretazione: 7.5/10; Scenografia: 9/10)

Interpreti: Silvia Gallerano (Mirandolina); Claudio Botosso (Cavaliere di Riparata); Giorgio Careccia, Conte di Albafiorita); Gianantonio Martinoni (Marchese di Forlipopoli); Chiara Cavalieri (Ortensia); Eva Sabelli (Dejanira); Diego Florio (Fabrizio); Giulio Maroncelli (il Servitore); Angelo Miele (il Fisarmonicista muto)

Scene: Lara Carissimi Michelangelo Tomaro

Costumi: Martina Eschini

Disegno luci: Daniele Passeri

Aiuto regia: Giulio Maroncelli Eva Sabelli

Direttore di scena: Fabrizio Russo

Fonico e elettricista: Gianmaria Spina

Foto di scena: Paolo Cardone

Disegni di locandina: Ruggio

Produzione: LOTO Libero Opificio Teatrale Occidentale di TEATRIMOLISANI soc.coop.

Distribuita da BAGS ENTERTAINMENT