“Il piacere dell’onestà” al Teatro Quirino: Gleijeses nel suo massimo splendore

In scena al: Teatro Quirino, dal 3 al 22 aprile

Durata: 1 ora e 40 min

Prezzi: da 15 a 30 euro

Autore: Luigi Pirandello

Regia: Liliana Cavani

Vale più ciò che siamo verso noi stessi o ciò che siamo per gli altri?

Come in altri suoi lavori, anche in questa commedia Pirandello pone l’accento sulla differenza tra l’essere e l'apparire, tra la maschera che indossiamo davanti agli altri e quanto invece riteniamo di essere.
A Domenico Baldovino è chiesto di vestire la maschera del disonesto, sposando per finzione una donna che aveva avuto un figlio illegittimo; d’altra parte questo ruolo non gli è nuovo, lui che ha condotto in passato una vita dissoluta, dedita al gioco e ai vizi. Prenderà dunque in sposa Agata, per evitare che il nome di lei e quello del Marchese Fabio Colli – con il quale la signora aveva avuto una relazione clandestina – siano coperti d’infamia.

Ma i due non sanno ancora il prezzo che dovranno pagare, perché Domenico Baldovino sposerà sì per finta una donna, ma sul serio sposerà l’onestà.

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“L’opera si svolge in un luogo indefinito, molto simile ad un’aula di tribunale in cui non si riuscirà mai a sapere chi è il giudice o l’imputato, la vittima o il colpevole”. Geppy Gleijeses (nel ruolo di Domenico Baldovino) definisce icasticamente la situazione che si svilupperà durante la commedia. Il suo personaggio entra come inquisitore, chiedendo al Marchese tutti i dettagli della relazione tra lui ed Agata, ma finirà per trovarsi inquisito dinnanzi alla corte della propria coscienza, quando la parte di marito onesto sarà ormai giunta al termine. Il giudizio verrà però sospeso dall’intervento di Agata, che durante il matrimonio bianco ha avuto modo di apprezzare nuovamente i valori migliori, di riscoprire il piacere dell’onestà.

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In questa versione della commedia messa in scena da Liliana Cavani, si può ammirare Gleijeses nel suo massimo splendore come attore. Ogni suo passo, ogni sua parola sono misurati, bilanciati, quasi fosse un’energia invisibile a guidarlo, a rendere magica la sua interpretazione.
Ciò finisce nondimeno per creare uno scarto con gli altri attori, che non tutti riescono a colmare. Se il personaggio ricoperto da Giancarlo Condè (nel ruolo di parroco) risulta efficace e divertente, le prove degli altri appaiono invece incolori: Tatiana Winteler (la madre di Agata) è spesso sopra le righe; Vanessa Gravina (Agata) non riesce né ad incidere né ad emozionare; mentre Leandro Amato (Marchese Fabio Colli), benché esalti il contrasto tra il suo personaggio e Baldovino col suo fare cerimonioso, per il resto non convince nel rendere un Marchese impettito che ci si aspetterebbe più baldanzoso. Apprezzabile invece l’interpretazione di Maurizio Setti (il cugino del Marchese che presenta Baldovino a questi) offerta da Maximiliam Nisi, vero e proprio trait d'union tra onestà e disonestà, tra pubblico ed attori.

Se le diverse parti non risultano ben incastrate tra loro, non si può neanche elogiare la scenografia. Si passa da un’iniziale ambiente arredato con mobili antichi ad una scena con sedie ed altri decori moderni; lo stesso avviene per la musica di interludio, che inizialmente è classica ma poi diventa moderna. Una scelta probabilmente voluta, ma sicuramente discutibile per la disomogeneità che crea.

Spettacolo dunque non orchestrato al meglio, dove si può apprezzare l’interpretazione di uno degli attori più significativi del nostro tempo, ma non certo la rappresentazione nel complesso.

Gradimento Autore: 5.5/10 (Regia: 5/10; Interpretazione: 6/10; Scenografia: 5/10)

Interpreti: GEPPY GLEIJESES; con VANESSA GRAVINA e con Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Giancarlo Condè, Brunella De Feudis, Costumi: Lina Nerli Taviani

Luci: Gigi Ascione

Assistente alla regia: Marina Bianchi

Scene: Leila Fteita

Produzione: Gitiesse Artisti Riuniti; Fondazione Teatro della Toscana