Di domenica mattina

Nel viaggio tra colori e costruzioni
lo sguardo coglie tutto, ma si fissa su una singolarità,
Tra lo spazio che divide l’occhio dall’orizzonte
si interpone un dinamismo del quale cogliamo poco e niente
perché nascosto all’ombra dell’ acero il Pantorpio si acquatta
aspettando l’inevitabile sbattere delle ciglia per volare altrove
magari più vicino magari più nascosto
lasciando ad ogni battito la sensazione che sappia ingannare il tempo
ogni volta immobile in una posizione differente
fino a che, senza un fruscio, mangerà dalla mano di chi la natura consola.

Il camaleonte non partecipa alla vita della vista
perché del colore ed essenza delle cose si appropria
con una naturalezza disarmante.
Il pappagallo socializza con l’ambiente
inneggiando a canzoni e frasi delle quali nemmeno conosce la levatura
inganna il pubblico con il miraggio di poter essere sapiente
ma una cordicella sul piede rende lo spettacolo da circo evidente.

La prospettiva è un artificio della narrativa
mentre la vista tardiva
del cross di Totti già insulta la mira
anche se perfetto poi cade
tra le lisce braccia di una donna in una giornata d’estate.

Lo conoscete Urluberlù il mago rosa e blu?
in una storia i Paladini di Francia aiuta a scappare
dal sultano Alham Alhemme
che ai paladini la regina vuol rubare,
Da sopra il mare
insegue Gano scagnozzo del sultano
che per scappare con la regina
di pietra aveva trasformato i paladini dalla sera alla mattina.
Una storia che sullo scaffale
come un tesoro non si può dimenticare
ogni volta che la si legge si ritorna bambini spensierati
delle cui immagini non si può che rimanere incantati.