Dar Filettaro: Alla faccia del baccalà!

Luogo: Largo dei Librai

Prezzo medio a persona: 10€

Piatti Consigliati: Baccalà; Puntarelle; Vin santo e biscotti

Non se ne vedono più di “gipponari” – antichi mercanti di gibboni (giubbetto corto, di lana nera, indossato sopra la camicia) – in Via dei Giubbonari, ma alcune tradizioni sono rimaste, e una di queste è il filetto di baccalà a Largo dei Librai. Il punto dove sorge il locale merita di per sé una visita. Salendo gli scalini che portano alla chiesa di Santa Barbara, i due lati di palazzine che fiancheggiano la scalinata si restringono sempre di più, dando un incredibile effetto di compressione al visitatore.

Su questo slargo risalta un’inconfondibile insegna bianca – luminosa – con scritta blu corallo – eloquente: Filetti Di Baccalà. Solo il nome è invitante e non può far altro che indurre in tentazione. In questa cantina romana si ha la possibilità di assaporare uno dei migliori baccalà della capitale, ma anche gustare le tradizioni romane.
L’atmosfera che si respira è quella trasteverina: tavoli di marmo, dipinto parietale con scene di vita quotidiana, vociare indistinto, solarità e goliardia. Gente del popolo anima il locale, abituata a parlare, ridere e scherzare. Non fanno eccezione i camerieri, che hanno piacere nel conversare con i clienti, per questo portano velocemente il menù ma altrettanto rapidamente lo tolgono. Elencano loro quello che si può mangiare.
Niente carta. Niente cellulari. Niente tablet. Un ritorno al dialogo.
Questo è ciò che restituisce una trattoria romana: abituati sempre più spesso a contatti virtuali, si rimane piacevolmente spaesati da tanta umanità.

Non si fa in tempo a sentire le proposte, che il cameriere ha già scelto i piatti da servire: filetti, puntarelle (con pasta d’alici), ceci (con sedano e cipolle) e un litro di vino bianco nella tipica bottiglia a collo largo (tanto non si bada a quanto si beve). I prezzi sono nella media (5€ per il baccalà), nessuna esagerazione.

Baccalà

Neanche il tempo di bere un bicchier d’acqua e lavarsi le mani, che i filetti sono già pronti sul tavolo, caldi e fumanti. La pastella è squisita e la porzione abbondante; il baccalà è saporito ma leggermente salato (probabilmente perché arriviamo a fine giornata e non sono i pezzi migliori); le puntarelle sono condite sufficientemente – anche se i più golosi le preferiscono lasciate macerare leggermente nell’olio, sale e aceto, per far prendere il sapore del condimento alla verdura; e il vino scivola via come l’acqua. Finiamo il pasto con biscotti e vin santo, sperando che il nettare divino ci aiuti a purificare il corpo dai nostri peccati di gola!

Dar Filettaro non è solo una trattoria, è storia ed euforia. (e permette anche di mangiare il baccalà a portar via!)

Media Critica e Pubblico*: 8.3/10

Gradimento: 7,5/10 (Menù: 7; Prezzo: 8; Servizio: 7; Conto: 8)

*v. fonti in calce

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