"Come il re leone": l'ultimo lascito di Cranio Randagio
Genere: Rap
Etichetta: Music First
Due anni fa, il 12 novembre del 2016, si spegneva il rapper romano Vittorio Andrei, in arte Cranio Randagio.
I molti seguaci del giovane artista non speravano di poter ascoltare nuovamente la sua voce graffiante. E invece, grazie all’impegno, la dedizione e l’amore della famiglia e del produttore Squarta (Cor Veleno), è uscito il 9 novembre l’EP “Come il re leone”, contenente otto tracce di cui sei inedite.
Tre i featuring con nomi piuttosto noti nella scena rap capitolina, come Gemello e Rancore, simbolo che Cranio si fosse fatto conoscere nell’Urbe e potesse intraprendere importanti collaborazioni. È lui il re leone nella copertina del disco, con i dred al posto della criniera e il “baffo magico” a pizzetto invece dei baffi felini. Un leone, così in maniera scherzosa amava definirsi, “slego la chioma zero gel Loreal sono il re leone”; le sue parole risuonano effettivamente come ruggiti, potenti e assordanti.
Questo disco è un grido, una richiesta d’aiuto di un ragazzo e un’artista sofferente. Lo si evince chiaramente dal brano “Se solo potessi”, secondo singolo estratto uscito circa un anno fa. In questo pezzo Vittorio si mette a nudo, urlando con grande intensità le sue difficoltà, i suoi vizi nati per sanare le “ferite sotto pelle”. È certamente il testo più sofferto ed intimista del disco.
Negli altri brani si nota invece una certa maturazione musicale, un cambiamento che lo porta a stare di più al passo coi tempi: l’Auto-Tune usato con moderazione in alcuni pezzi, barre veloci ben incastrate che denotano grandi doti tecniche e qualche dissing, non ad personam ma più in generale verso la nuova generazione Trap (“Fanno versi e c’è chi li ha premiati/oh ma fra’ semo pugni sulle basi/ quando rappi a me me pari Pingu, taci”).
Interessante il featuring con Gemello, “Sabbia”, dove quest’ultimo canta un ritornello che la base martellante contribuisce a far entrare in testa; e “Lupi Della Notte”, nella quale crea una buona sintonia con Rancore, rapper che per certi aspetti gli assomiglia nel suo convulso modus scrivendi. Infine la collaborazione con il fratello sanguigno Sergio, giovane promettente cantautore, che qui con “Impacchetta tutto” si spinge in un campo non di sua competenza, il rappato, dal quale ne esce comunque bene.
Dal messaggio e dalle sonorità più positive sono invece i testi “Senza Una Direzione” e “Estate E Sto Qua”. Il primo racconta di una navigazione difficile, senza rotta, che prosegue nonostante le avversità, viaggio metaforico chiaramente riferito a se stesso, Magellano che viaggia con la penna in mano. Il ritornello è un motivetto cantato che, come in “Estate E Sto Qua”, contribuisce ad alleggerire la tensione del testo. Non sono nuovi nei suoi brani riferimenti a personaggi del mito a dell’epica antica, come nell’outro del brano “Senza una direzione”:
E non mi sembra vero
Ora so domare il temporale
Sodomita di sto tempo nero
Fino a che ho imparato a navigare
Sono Eolo con i nuvoloni
Apro bocca e spazzo tutto via
Ne ho sconfitte paure e dolori
Ma per farlo come Ulisse ho perso casa mia
Nei mesi in cui stava lavorando al disco Cranio aveva scritto sui social “non vedo l’ora di potervi regalare l’ennesimo pezzo di anima mia”. Questo disco è senza dubbio un grande pezzo della sua anima sensibile, e non possiamo che ringraziare Vittorio e chi ha reso possibile questo regalo. Terminata la mezz’ora circa del disco, si insinua nell’ascoltatore un senso di amarezza, dapprima pacata, poi sempre più acuita, forse perché consci di aver ascoltato l’ultimo straziante ruggito del re leone.
“Salperemo via da questo inferno ma senza una direzione…”
Tracce Consigliate: "Senza una direzione"; "Se solo potessi"; "Sabbia"