Best of Amsterdam: cosa vedere e mangiare nella Venezia del Nord

XXX sta per “valorosa, decisa, misericordiosa” nella bandiera di Amsterdam, in cui compaiono tre croci di Sant’Andrea. XXX sta anche per “contenuti di natura sessuale” nel sistema di classificazione dei film, per avvisare quali pellicole contengono scene esplicite.

Le tre croci si trovano ovunque in giro per la città: sugli stemmi, nelle insegne dei negozi e persino sui tombini. Ma anche nei numerosi sexy shop presenti nel centro. Che Amsterdam sia una città in cui si possono soddisfare i propri vizi, è difficile da smentire; ma sbaglia chi pensa sia solo questo.

Amsterdam è soprattutto una città che ha saputo trasformare un’inospitale distesa di laghi, paludi e torbiere in degli affascinanti canali d’acqua dolce; è una città che stata uno degli imperi commerciali più grandi al mondo, e dove ci sono in tutto 180 nazionalità (non poche vista la sua estensione); è una città in continua espansione e aumento di popolazione, dove per la prima volta nel mondo è stato nominato un sindaco notturno per gestire e organizzare gli eventi della notte.

Cosa Vedere

Van Gogh Museum

“Vorrei fare dei ritratti che sembrino delle apparizioni a chi li guarderà tra un secolo”. Sono passati ormai più di cento anni dalla morte del pittore olandese, il colore dei suoi dipinti è sbiadito, la pellicola pittorica crettata e la tela consumata. Eppure i suoi quadri appaiono ancora vivi e carichi di energia, mossi dalle linee concentriche delle pennellate che conferiscono ai dipinti un dinamismo straordinario, rendendoli unici al mondo.

 
 

Al museo dedicato alla sua arte vi sono più di 250 opere. Quattro piani che ripercorrono la vita del pittore svelandone i particolari, partendo dalle difficoltà che incontrò per trovare la sua strada. Inizialmente provò a diventare un pastore protestante come il padre, ma non ebbe successo; poi tentò di diventare un mercante d’arte come lo zio, ma era un mestiere che non faceva per lui; solo a 27 anni, su pressione del fratello, decise di immergersi nella pittura. Non ebbe fortuna neanche in questo campo: nella sua breve vita riuscì a vendere un solo quadro (La vigna rossa, conservato al museo di Pushkin di Mosca) e si manteneva grazie ad un assegno regolare che gli inviava il fratello, la persona che più di tutti credeva nella sua arte.

In dieci anni, tra il 1880 e il 1890 (anno della sua morte), realizzò 900 quadri. La sua produzione esplose a Parigi, dove ne dipinse 210, più di quelli che realizzò a Nuenen (175), il paese dov’era nato. Ma è durante il suo soggiorno a Auvers-sur-Oiseche, nell’ultimo periodo della sua vita, che la produzione incrementò: 67 dipinti in 70 giorni, una media di quasi un quadro al giorno.

Nel corso della visita si ha modo di ammirare non solo i quadri, ma anche gli studi e la ricerca dietro gli stessi. Conservati in una teca, si possono osservare i gomitoli di lana di diversi colori che appartenevano al pittore, utilizzati per trovare la giusta combinazione cromatica prima di dipingere le sue nature morte; riprodotti al centro della sala, si possono provare gli antichi strumenti adoperati dal pittore per la prospettiva, uno dei punti deboli di Van Gogh; nascosti alla vista ma non al microscopio, si riescono infine a vedere i frammenti di sabbia mescolati alla vernice, per rendere i quadri ancor più realistici.

 
 

Le pennellate di Van Gogh appaiono come onde che si infrangono l’un l’altra. La natura è onnipresente nella sua pittura: è in questa che l’artista olandese vedeva riflessa l’immagine della vita e della morte. Una contrapposizione che si può ammirare nei dipinti all’ultimo piano: se Campo di grano con volo di corvi è il presagio che qualcosa di orribile sta per accadere, con il cielo cupo che minaccia il giallo vivo del grano, Ramo di mandorlo fiorito è invece un inno alla vita, con i suoi candidi fiori appena sbocciati e i rami che sembrano continuare oltre la tela. Un quadro dedicato alla nascita del nipote, Vincent, lo stesso che ha fondato questo museo e che ha permesso all’arte di Van Gogh di essere ammirata da tutti senza fine.


Rijksmuseum Museum

Per percorrere 1 km e mezzo a piedi ci vogliono circa 15 minuti, ma se ad ogni angolo c’è un capolavoro il tempo si dilata enormemente. Seguendo l’itinerario suggerito dall’applicazione gratuita, ricca di spiegazioni e approfondimenti, si impiegheranno due ore per vedere le opere principali custodite all’interno di un percorso espositivo lungo 1,5 km.

Arrivati alla Galleria d’onore, non dovrete avere delle particolari competenze in campo artistico per capire che vi trovate di fronte a dei capolavori pittorici, sarà il loro fascino a colpirvi. Sullo sfondo potrete ammirare l’immensa Ronda di notte di Rembrandt, mentre ai lati la pittura lenticolare dei fiamminghi vi farà aguzzare la vista.

Talmente vasta e numerosa è la serie di quadri, che potreste perdervene qualcuno irrinunciabile. Perciò non mancate di vedere i riflessi di luce e la lucentezza dello stagno nella Natura morta di Willem Claesz Heda, comparandoli con la profondità che invece Antoon van Dyck dà agli oggetti presenti nel dipinto con lo stesso nome. Di Navi olandesi in un mare calmo, Willem van de Velde II, osservate come un singolo punto si possa trasformare in un viso, mentre in Paesaggio fluviale con piloti, Aelbert Cuyp, la precisione con cui sono stati dipinti i cavalli rimarrà impressa nelle vostre retine.

Rembrandt sicuramente domina la sala con la Ronda di notte, ma non dimenticate di vedere gli unici ritratti a figura intera del maestro di Leida, acquistati di recente da parte dello stato olandese e francese per 160 milioni di euro. Se il banchiere Eric de Rothschild che prima li deteneva raramente li esponeva in pubblico, qui si ha la possibilità di vederli uno di fianco all’altro. I particolari che conferiscono movimento alle due figure – il gesto di Marten che tiene il guanto e le mani di Oopjen che alzano leggermente la gonna – sembrano unire i due quadri e far congiungere nuovamente i due sposi.

Nella Galleria d’onore c’è infine uno dei 35 quadri che Vermeer ha dipinto durante la sua vita: La lattaia. Una luce spirituale filtra da alte finestre illuminando la donna. Il caldo giallo dell’abito, il blu scuro della veste e il rosso profondo della gonna contribuiscono a dare profondità all’immagine e a catturare lo sguardo dello spettatore. È il latte però a colpire e, ancora una volta, il suo movimento. Il segreto? Piccoli punti colorati laddove si riflette la luce, in modo da illudere l’occhio che ci sia continuità nel flusso.

 
 

I capolavori non finiscono qua. Nel tempo che avete a disposizione, suggerito è uno sguardo alla resa del velluto nei quadri di Bartholomeus van der Helst in Ritratto di Gerard Andriesz Bicker e di Van Mieris (chiamato il pittore dei particolari) in La lettera; alle maschere sfigurate dei pagliacci, realizzate con la spatola per dargli un effetto materico, in Intrigo di James Ensor; e all’allegro musicista di Gerard van Honthorst, in cui il personaggio raffigurato sembra uscire fuori dal quadro.


casa di anne frank

Passando dalla libreria girevole della casa sul retro e salendo una ripida scala, si arriva al luogo angusto dove i Frank vissero in clandestinità per oltre due anni, costretti a nascondersi dopo l’invasione nazista.

Nel suo celebre diario, Anne descrive le restrizioni che furono gradualmente imposte agli ebrei: il divieto di salire sui tram, la requisizione delle biciclette, il divieto di avere contatti con non ebrei.

Nel 2010 il governo olandese ha presentato scuse ufficiali per non aver protetto ebrei. Prima della seconda guerra mondiale, in Olanda vivevano 140.000 ebrei, di cui 90.000 solo ad Amsterdam. Dopo la guerra, invece, nella città ne rimasero solo 5500.

Eppure un tempo Amsterdam era il maggior centro ebraico in Europa, con una comunità di 10.000 membri in epoca napoleonica. Qui gli ebrei godevano di libertà impensabili in altre nazioni: non erano confinati in un ghetto e, seppur con qualche limitazione, potevano acquistare immobili, gli stessi che la famiglia dei Frank fu costretta a lasciare.

Prenotate con anticipo per vivere questa esperienza toccante.


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crociera sui canali

Per vedere i 165 canali attraversati da 1753 ponti (più di qualsiasi altra città al mondo) costruiti durante il Secolo d’Oro e oggi patrimonio dell’UNESCO, non c’è modo migliore che un giro in barca. Delle tante offerte, vi suggeriamo i battelli di BoatAmsterdam, in cui avrete la possibilità di godervi il panorama senza alcuna barriera e in una piccola imbarcazione.

Il tour parte dall’Hermitage Museum e c’è anche l’opzione per l’open bar.


case danzanti

Una sporge in avanti, un’altra si piega a sinistra, un’altra ancora pende verso destra. Non è un effetto ottico, le case ad Amsterdam si muovono veramente. Il motivo? Le fondamenta di quelle più antiche sono state costruite in legno e con il tempo si sono spostate, inclinando le palazzine. Ancora oggi, se si posiziona un mobile dentro casa, questo si muoverà.

Avrete inoltre sicuramente notato che qui le facciate delle case sono più strette rispetto ad altre città. Una conseguenza delle scelte fiscali dei governi passati. Durante il Secolo d’Oro, infatti, più la facciata era larga, più erano le tasse che il proprietario doveva pagare: ed è per questo motivo che le costruirono strette. A dispetto delle apparenze, però, le case all’interno sono molto grandi e profonde, di solito ad ogni piano c’è un appartamento diverso.

Un’altra caratteristica delle case di Amsterdam sono le loro finestre grandi, come si può vedere anche dalle foto. Dalle immagini tuttavia non si può osservare che gli edifici pendono in avanti e hanno delle carrucole fissate ai frontoni. Tuttora, date le ristrette dimensioni delle scale interne, le carrucole consentono di trasportare fino ai piani superiori oggetti di grandi dimensioni e farli passare attraverso le finestre, mentre l’inclinazione degli edifici impedisce che le merci issate urtino contro la facciata.

 
 

Gli aspetti da ammirare delle case di Amsterdam non finiscono qui, anche i frontoni meritano di essere menzionati. Da elementi ornamentali a coronamento della facciata, un tempo avevano anche la funzione di nascondere il tetto alla vista e – ancor più importante – di identificare la casa. Nel 1795, quando arrivarono gli invasori francesi, vennero introdotti per il sollievo di tutti i numeri civici.

Facciate, finestre, frontoni, e il colore? Anche sul colore c’è una curiosità. Ad Amsterdam ci sono infatti alcune case colorate di nero. Non era certo perché ai proprietari piaceva quel colore, ma perché in quelle case vivevano un tempo persone con la peste.


giro in bicicletta

Sui ponti, per le strade e persino dentro la metro. Le biciclette ad Amsterdam sono ovunque (a volte, purtroppo, anche dentro il fiume). Non c’è modo migliore per esplorare la città che noleggiarne una in uno dei negozi dedicati. Se vi trovate nei pressi della stazione centrale o dell’Hermitage Museum, vi consigliamo di andare da MacBike, un bike rental che noleggia bici a prezzi modesti e chiede una cauzione bassa rispetto agli altri concorrenti (50€).

Se volete invece noleggiare un modello con il copertone anteriore azzurro (come se ne vedono molti in città), sappiate che sono solo per abbonati. Le biciclette Swapfiets funzionano sul modello di Netlix: al costo di 19 euro al mese è possibile pedalare senza più pensare alla manutenzione e all’efficienza della bicicletta. Nel caso la bicicletta dovesse avere dei problemi, viene sostituita con un modello funzionante direttamente sotto casa dell’abbonato entro un giorno dalla segnalazione.


Centraal station

Una volta davanti alla stazione centrale avrete la possibilità di notare le analogie con il Rijksmuseum – costruito dallo stesso architetto – osservando le torri falso gotiche, i mattoni rossi e i bassorilievi che simboleggiano navigazione, commercio e industria. Potrete ammirare la facciata centrale, dove spiccano le due torri dell'orologio e indovinare quale indica l’ora e quale invece la direzione del vento. Ma ciò che sicuramente salterà all’occhio è il numero impressionante di biciclette e il parcheggio a quattro piani costruito appositamente per custodirle. D’altra parte ad Amsterdam ci sono più biciclette che persone: 900.000 contro 800.000 abitanti.


Vondelpark

Quarantasette ettari di prati, numerosi laghetti e diversi sentieri tortuosi frequentati da 12 milioni di persone l’anno. Quello che un tempo era un parco privato riservato ai ricchi, oggi è una piacevole area verde per cittadini e turisti.


Brouwersgracht

“La via più bella di Amsterdam”, così è stata definita Brouwersgracht dal quotidiano locale Het Parool. Il canale dei Birrai offre in effetti tra i più bei scorci di Amsterdam e dei suoi canali. Prende il nome dai numerosi birrifici in attività nella zona nel XVI e XVII secolo. Merci come cuoio, caffè, olio di balena e spezie venivano immagazzinate e lavorate qui in giganteschi depositi.


red light district

“Il nostro è un lavoro come un altro. Siamo tassate e paghiamo l’affitto”. “Immorale? E chi si guadagna da vivere offrendo massaggi?!”. “Criminalità? Sicuramente c’è, ma come in ogni altro campo. Sta alle forze dell’ordine controllare”. Le visite organizzate dal Prostitution Information Center consentono di approfondire il mestiere più antico del mondo ad Amsterdam e di cogliere aspetti che altrimenti rimarrebbero nascosti.

L’affitto di una vetrina si aggira intorno ai 150/200 euro al giorno e, per motivi di sicurezza, le camere delle prostitute sono dotate di un pulsante: quando viene premuto si illumina una luce rossa all’esterno e in pochissimo tempo arriva la polizia o altro personale di sicurezza.

Si dice che quello della prostituta sia “il mestiere più antico del mondo”. Ad Amsterdam è dal 1300 che le donne, allora con delle lanterne rosse, cercano di catturare i clienti per le vie. La scelta del colore rosso non è casuale: abbinato al nero della notte rende l’atmosfera più elegante.

De Wallen, questo il nome del quartiere, è visitato ogni giorno da famiglie, coppie e gruppi in cerca di divertimento. Il sovraffollamento turistico ha tuttavia creato diversi problemi ai residenti, tant’è che a partire dal 2007 sono state ridotte le vetrine, passando da 482 a 300.

 
 
  • trompettersteeg

Se volete provare un’esperienza ravvicinata con le lucciole, passate in questo vicolo largo un metro, in cui si cammina in fila indiana durante le ore più frequentate.

  • Condomerie het gulden vlies

Dimensioni fuori dalla norma? Sapori particolari? Design accattivanti? In questo negozio si vendono profilattici per tutti i gusti e classi sociali, anche per gli imperatori.


Bloemenmarkt

Tour, visite guidate, viaggi personalizzati. I tulipani in Olanda sono famosi ovunque; ma non stupitevi se non sono originari di queste terre. Trovati inizialmente in Asia centrale, furono coltivati per la prima volta dai turchi che abbellivano le loro corti con questi splendidi fiori primaverili. Il termine tulipano deriva dalla parola turca “tulbent”, che significa turbante, per la somiglianza dei petali con questo copricapo.

Intorno alla metà del XVI secolo l’ambasciatore asburgico a Istanbul portò alcuni bulbi di tulipano a Vienna, dove il botanico imperiale Carolus Clusius imparò come riprodurli. Nel 1590 Clusius divenne direttore dell’orto botanico di Leida (città vicina a l’Aia) e grazie al clima umido e alla fertilità del terreno olandese, ricco di depositi fluviali, riuscì a coltivare a a ibridare con successo questi fiori. 

Nel 1636 scoppiò la moda dei tulipani: tutti volevano averli e i bulbi iniziarono a valere più di una casa sul canale. Gli speculatori si arricchirono, ma il mercato crollò e molti si ritrovarono in bancarotta.

Oggi è possibile acquistare una cinquantina di bulbi per dieci euro, un prezzo decisamente più ragionevole.


begijnhof

Tra il rumore dei tram che passano in continuazione, il brusio dei café e il vociare dei turisti, c’è un luogo di assoluto riposo nel centro di Amsterdam: il Begijnhof. Un cortile verde circondato da un complesso di abitazioni in cui vivevano donne nubili o vedove che conducevano una vita casta senza prendere i voti. Le beghine erano un ordine cattolico, e tra il 1578 e il 1795 ai cattolici romani non era permesso di praticare la religione liberamente. In questo luogo non erano tuttavia perseguitate perché le case erano di loro proprietà.

L’ultima beghina morì nel 1971, ma l’atmosfera pacifica e rilassante si è conservata tuttora.


Schreierstoren

Soprannominata la “torre del pianto” perché era il punto in cui le donne salutavano i loro uomini che partivano, questo edificio costruito intorno al 1480 come struttura difensiva è noto tuttavia per un altro motivo: è da qui Henry Hudson salpò alla volta del nuovo mondo nel 1609. Una targa commemorativa ricorda ancora quel giorno.


Piazza Dam

Amsterdam non significa altro che “diga di Amstel”. Ed è proprio nella piazza della diga che fu fondata l’odierna capitale dell’Olanda intorno al 1270. Più tardi, nel 1956, fu invece eretto il monumento in memoria dei caduti della seconda guerra mondiale. Sul piedistallo sono scolpite alcune figure simboliche: quattro uomini (che rappresentano la guerra), una donna con un bambino (la pace) e alcuni uomini con dei cani (la Resistenza).


 
 

Beurs Van Berlage

All’interno dell’edificio della Borsa valori ci sono murales di piastrelle che decorano le pareti con scene raffiguranti il muscoloso proletariato del passato, del presente e del futuro. Oggi la Borsa non ha più sede nel palazzo, al suo posto c’è però un café dove trascorrere del tempo in compagnia della pregevole arte parietale.


 
 

Oude hoogstraat 22

Larga 2.02 m, profonda 5 e alta diversi piani, probabilmente quella in Oude hoogstraat 22 è la casa indipendente più piccola d’Europa. Oggi ospita una tea room.


Scheepvaarthuis

Mai visto un edificio di art déco neogotica? Il Scheepvaarthuis costruito nel 1916 non è solo un esempio del genere, ma un capolavoro. Le geometrie astratte dell’art déco unite alle rigide linee gotiche si fondono in questo edificio di indiscusso pregio artistico e architettonico. Se l’esterno ricorda la prua di una nave ed è ornato da elaborati particolari a tema nautico, è all’interno, nella great hall, che si rimarrà stupiti dalle vetrate legate a piombo disegnate da Willem Bogtman. Per dargli un’occhiata, chiedete alla reception di salire, non vi faranno problemi.


 
 

Gassan

Volete toccare con le vostre mani un diamante del valore di oltre 50.000 euro? Da Gassan potete farlo. Nella visita gratuita che inizia ogni 15 minuti si ha la possibilità di vedere da vicino le tecniche per la lavorazione dei diamanti e comprendere i criteri per valutare il loro prezzo.

Peso, trasparenza e forma sono fondamentali, ma non è semplice riconoscere un diamante. Non lo fu neanche per il pastore griqua che nel 1908 trovò il più grande diamante mai estratto (3160 carati) e lo vendette a un boero in cambio di un cavallo, dieci buoi e cinquecento pecore.

Da esso furono ricavate oltre 100 pietre e al mastro tagliatore ci vollero tre mesi per riprendersi dallo stress. Tre delle gemme più importanti fanno oggi parte dei Gioielli della corona britannica, conservati nella Torre di Londra.


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Negen straatjes

In una città piena di negozi, queste nove stradine sono un concentrato dei piaceri dello shopping. Il loro nome non ha nessuna origine storica, bensì è una trovata commerciale per rendere più appetibile il posto dal punto di vista turistico.


Frozen fountain

Se Ikea è un negozio d’arredamento accessibile a tutti, Frozen Fountain è invece per pochi, con i suoi prezzi difficili da raggiungere. In compenso, si ha la possibilità di girare a piacimento in uno dei più rinomati negozi della città per il design d’interni. Più che un negozio, Frozen Fountain è una mostra sull’arte contemporanea del design. Se i prezzi non sono di vostro gradimento, potete sempre cogliere l’occasione per prendere qualche spunto per la vostra casa e metterlo in pratica con un po’ di bricolage.


Rembrandtplein

Che passiate di giorno o di notte lungo questa piazza, non ve ne pentirete. Con la luce del sole potete ammirare le sculture bronzee che ricreano il famoso dipinto di Rembrandt Ronda di notte, quando si fa buio si accendono invece le luci dei locali, che rendono il posto un punto di riferimento della vita notturna di Amsterdam.


Ansa dorata

È la zona residenziale più prestigiosa di Amsterdam, un vero e proprio monumento al Secolo d’Oro olandese (XVII), quando merci preziose riempivano le cantine di case già stracolme di oggetti di valore. Era qui che i cittadini più benestanti vivevano e gestivano i loro affari. Le residenze più antiche risalgono al 1660, il periodo in cui la cintura dei canali fu estesa verso sud. Grazie alle pressioni esercitate dall’amministrazione comunale, qui i frontoni erano larghi il doppio.


Leidseplein

Cinema, discoteche, teatri e un casinò si affacciano sulla piazza o negli immediati dintorni. Se si ha voglia di andare per club o di uscire a fare festa, questo è il posto giusto dove dirigersi. La piazza vanta anche il coffee-shop più famoso d'Olanda, The Bulldog, e il tempio della musica De Melkweg. A poca distanza anche Paradiso, un altro luogo imperdibile per gli amanti della musica.


Reguliersgracht

Questo delizioso canale, scavato nel 1664, si snoda a sud di Rembrandtplein e di Thorbeckeplein, attraversando la Cintura dei canali. Da qui si gode una delle più belle vedute sui canali di Amsterdam. Dal ponte che lo scavalca all'altezza di Kerkstraat si scorge la fuga prospettica dei sette ponti che attraversano la città.


Haarlemmerstraat

Haarlemmerstraat è stata eletta migliore strada dello shopping dei Paesi Bassi. Con la sua offerta di boutique alternative, negozi di specialità, locali, ristoranti abbordabili e il più vecchio cinema di Amsterdam, quest’area affascinerà anche il viaggiatore più navigato.


 
 

groenburgwal

Se anche l’impressionista Claude Monet ha dipinto un quadro di questo canale, vuol dire che può offrire ispirazione anche a voi. Camminate sul bianco ponte levatoio che attraversa il canale Groenburgwal e guardate a nord verso la Zuiderkerk per ammirare uno degli scorci più belli di Amsterdam.

Cosa mangiare

 
 

aringa cruda all’Albert cuypmarkt

Il mercato più grande di Amsterdam prende il nome dal pittore paesaggista Albert Cuyp (1620-91). Qui potete trovare tutte le specialità olandesi: formaggi, patatine fritte, stroopwafels (cialde friabili ripiene di sciroppo). Ma non potete dire di essere stati ad Amsterdam se non avete provato l’aringa cruda: il pesce viene servito a pezzetti, accompagnato da cipolle tritate e sottaceti dolci e mangiato con uno stuzzicadenti o dentro un panino.


 
 

stroopwafel DA Van Wonderen

A differenza degli altri negozi che vendono gli stroopwafels, Van Wonderen ha la particolarità di sperimentare, aggiungendo alla cialda diversi topping. Se volete, qui potete creare anche il vostro stroopwafel.


 
 

jenever da Wynand Fockink

Davanti al jenever nel locale Wynand Fockink bisogna inchinarsi. Sì, perché il bicchiere a forma di tulipano dal piccolo bulbo vi sarà riempito fino all’orlo, e dovrete inchinarvi e sorseggiare la parte iniziale prima di poterlo portare con voi altrove.

Nel locale fondato nel 1679 potete assaggiare fino a 70 varietà di jenever, un distillato di frumento od orzo al gusto di ginepro dal quale si è evoluto il gin. Tra i vari gusti, provate il boswandeling “cammino nella foresta”, un mix di jenever giovane, amari alle erbe e liquore all’arancia, e il Krasnapolsky, come il nome dell’hotel in piazza Dam, ottenuto mescolando mora e jenever invecchiato.


formaggio da Reypenaer

“Note di frutta dolce e un tocco di caramello”, recita l’etichetta di questo formaggio prodotto dall’ultracentenario caseificio Reypenaer. Il suo segreto è nella stagionatura: nel magazzino è consentita la libera circolazione dell’aria, controllata attraverso un sistema di finestre a inclinazione modulabile.

Al negozio è possibile assaggiare scaglie di formaggio stagionate uno o due anni. Se volete gustarlo al meglio, abbinatelo con del porto.


 
 

patatine fritte da Vleminckx

Le patate alla fiamminga sono un’antica tradizione culinaria, testimoniata anche da Van Gogh con il celebre dipinto I mangiatori di patate. Vleminckk le serve dal 1887. La versione classica è con la maionese, ma si può scegliere tra altre 28 salse.


 
 

birra nel Mulino a vento de gooyer

Se non avete tempo per andare a Zaandam, il paese dei mulini, ne potrete vedere uno del XVIII secolo anche ad Amsterdam. Non lontano dal centro si trova il mulino a vento De Gooyer, l’unico dei cinque rimasti in questa zona. I suoi bagni pubblici sono stati trasformati nel 1985 in un birrificio che imbottiglia birre in continuazione. Assaporate le sue birre biologiche come la Columbus, non ve ne pentirete.


 
 

Pannenkoeken da Pancake bakery

Una via di mezzo tra crêpes francesi e pancakes americani, i pannenkoeken olandesi hanno la particolarità che la “farcitura” viene inserita direttamente dentro la cottura e mescolata insieme agli altri ingredienti, e non sopra come le crêpes francesi.

All’interno di questo magazzino secentesco restaurato, che un tempo apparteneva alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, si ha la possibilità di scegliere tra 77 tipi diversi di pannenkoeken, sia dolci che salati. Tra i più popolari c’è quello con ananas, formaggio e tacchino. Da assaggiare.


 
 

biscotti da Van Stapele

Non vi aspettate i soliti cookies da Van Stapele: rivestiti di cioccolato fondente Valrhona e ripieni di cremoso cioccolato bianco, questi biscotti sono una delizia per il palato. Il forno ne cuoce 46 ogni 10 minuti, ma se ne possono comprare solo 7 a testa. Golosi avvisati.


 
 

colazione al Café Americain

Interni in stile art nouveau ben restaurati, vetrate policrome, lampadari di squisita fattura e dipinti murali. Non è un caso se questo café è soprannominato da tempo “il salotto di Amsterdam”.


 
 

aperitivo da Hoppe

Popolare ritrovo degli olandesi, in uno dei più antichi café di Amsterdam si respira quella che qui viene chiamata “gezelligheid”, un termine difficilmente traducibile in italiano ma che indica tutti quei contesti in cui regna la convivialità e che trasmettono sentimenti positivi.


 
 

liquirizia salata da Het oud-hollandsch snoepwinkeltje

Se volete provare qualcosa di diverso, mangiare una liquirizia salata, un dolce tipico della tradizione olandese. Ce ne sono di diversi tipi: leggera, media e forte. Il palato avvertirà una sensazione che non scorderete facilmente.


 
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caffè alla Terrazza dell’Eye film institut

Una volta preso il traghetto (gratuito) per arrivare nel quartiere di Amsterdam-Noord, potete rilassare le gambe e la vista in questo bar-risotrante dotato di una favolosa terrazza soleggiata, che offre uno splendido panorama di Amsterdam.


Café papeneiland

Magnifico locale del 1642 con piastrelle blu di Delft, il nome – che significa “isola dei papisti” – risale al periodo della riforma, quando sul lato settentrionale del canale sorgeva una chiesa cattolica clandestina. Papeneiland allora si raggiungeva tramite una galleria segreta, in cima alle scale: chiedete di vederla.


 
 

cafè T’smalle

Li chiamano bruin café (cafè marroni) per i loro interni in legno scuro e i muri anneriti dal fumo. Il T’smalle risale al 1786, e come gli altri offre diversi tipi di birra locale alla spina e lo jenever, da accompagnare con piccole insalate, panini e spuntini come formaggio, olive e uova sode.


 
Nasi Koening Plate: piatto tipico della festività indonesiana

Nasi Koening Plate: piatto tipico della festività indonesiana

 

piatti indonesiani da Tempo Doeloe

Un tempo passato le Indie orientali erano i possedimenti coloniali dei Paesi Bassi in Asia. Un tempo passato (Tempo Doeloe) è anche il nome di questo ristorante consigliato dalla guida Michelin, che entusiasma i suoi clienti da più di 45 anni. Lo chef è originario di Giacarta e le proposte del locale sono un vero trionfo della gastronomia indonesiana. Piatti autentici senza concessioni al gusto occidentale. Selamat Makan!