Chamber Of Reflection: Mac Demarco, il Pepperoni Playboy

 
 

Rock ‘n roll Nightclub fu l’amo che Mac DeMarco gettò nell’immenso oceano musicale, un ep di mezz’ora in cui è un crooner col rossetto sulle labbra intento a cantare un soft rock in un pub non ben localizzato sulla cartina. Ad abboccare sarà la Captured Tracks che lo inserirà in rosa e produrrà il suo primo “disco lungo”, 2. Inizia da questo momento la scalata del classe novanta di Edmonton, a suon di vibrazioni anni ‘50 e ‘80 frullate in un miscuglio lisergico di Jangle e garage pop, con spruzzate funky, jazz e psichedeliche.

Ne uscirà un sound inconfondibile e moderno, in chiave lo-fi, da DeMarco provocatoriamente ribattezzato “Jiiz Jazz”. L’aria scanzonata e da fannullone (tutt’altro) col cappellino e le scarpe usurate, a cui si somma l’approccio schizoide e punk dei live, comincia ad aprire le porte al pantheon del mainstream. Nel 2014 esce Salad Days e la matricola dell’indie rock impugna lo scettro e ne diventa il principe indiscusso. L’album riconferma quelle sonorità e quell’easy listening del precedente 2, rafforzando la figura pionieristica di Mac nel genere. Il ragazzotto adesso ha la chiave del regno. Conosce melodia, strumenti, ritmiche e arrangiamenti per confezionare tracce accattivanti e assolutamente orecchiabili.

 
 

Chamber Of Reflection potrebbe incarnare il manifesto della musica del canadese, un fedele testimone del suo passaggio, uno di quei brani che sentito una volta non va più via. Al primo strappo di batteria si aprono le doppie tastiere, una si svolge come un tappeto retrowave e l’altra rilascia un riff mesmerico scintillante. Il basso contribuisce all’effetto onda incastrando chi ascolta in una gabbia ipnotica. In questa camera riflessiva Mac, che ormai possiamo chiamare Macky, tenendoci in scacco col suo pendolino sonoro canta confidenzialmente parole e versi pensierosi, mesti. Parla a chi è in una fase solitaria, a chi è chiuso pensieroso in quattro mura, in attesa di gente e tempi migliori. La produzione low fidelty tipica del DeMarco è in realtà un paradosso, perché è povera - qui addirittura non c’è chitarra – nella strumentazione datata ma contemporaneamente è di alta fedeltà nella fase di registrazione, momento fondamentale per il polistrumentista.

 
 

Per dovere di cronaca Chamber Of Reflection conta oltre 122 milioni di riproduzioni su Spotify e Mac DeMarco ha quasi 5 milioni di ascoltatori mensili. Un esempio redditizio di streaming.