“10 piccoli indiani": Il capolavoro di A. Christie ritorna sul palco

rr.jpg
In scena al: Teatro Brancaccio, dal 20 al 22 aprile

Autore: Agatha Christie

Regia: Ricard Reguant

“Mamma, per favore, quando muore il generale chiudimi gli occhi”.

Non appena l’ultimo spettatore prende posto, le luci del Teatro Brancaccio si spengono. Il sipario, però, rimane chiuso. Voci bianche iniziano allora ad intonare un’inquietante cantilena: dieci piccoli soldatini ed altrettante morti, nessuno di loro si salverà. La tensione cresce sin dall’inizio. Le terribili parole della filastrocca stridono nelle orecchie del pubblico e l’oscurità aumenta il mistero. Si tratta di un gioco oppure quelle morti alludono al mondo reale?  

La traduzione di Edoardo Erba del giallo Dieci piccoli indiani di Agatha Christie (uno dei libri più celebrati al mondo, con circa 110 milioni di copie vendute) si apprezza soprattutto per aver scelto di trasformare gli indiani in soldatini, sbarazzandosi così ad un tempo delle polemiche attorno ad una presunta discriminazione e conferendo all’opera maggiore ambiguità, in particolare se la filastrocca sia solo un’antipatica nenia per spaventare i bambini oppure l’annunciazione di ciò che si sta per compiere.

kl.jpg

Nella splendida villa di Mr. Owen a Nigger Island le persone presenti sono dieci. Sono state tutte invitate dal proprietario, il quale tuttavia manca, costretto a tardare per motivi di lavoro. Ma Mr. Owen non arriverà mai, perché Mr. Owen – in realtà – non esiste. Gli ospiti lo realizzeranno solo quando il grammofono del soggiorno si azionerà repentinamente, riproducendo la voce di un uomo che li accusa ognuno di crimini atroci. Sono stati attratti sull’isola per espiare le loro colpe, ed i versi della filastrocca scritta sulla parete della sala principale non sono altro che la descrizione del modo in cui moriranno. La villa è dunque il patibolo sul quale sono stati chiamati a rendere conto dei loro misfatti; la filastrocca è invece la sentenza con cui sono stati condannati a morte.   

44.jpg

Impossibilitati a fuggire dall’isola a causa della tempesta e sconvolti dalle prime uccisioni, i dieci imputati daranno la caccia al loro aguzzino. Ma ben presto scopriranno che non c’è nessun altro sull’isola e che l’assassino si nasconde tra gli stessi invitati. L’assassino è uno di loro.  

22.jpg

Grazie all’accordo con Aghata Christie limited, la versione proposta da Ricard Reguant ha lo stesso finale del libro, che aggiunge ancor più suspense alla messinscena. Contribuiscono altresì a creare la giusta tensione le luci (e soprattutto le ombre) curate da Stefano Lattavo, che si ramificano sulle diverse figure mentre raccontano le loro crudeltà, emergendo lentamente come scheletri dall’armadio.

66.jpg

Non sono invece altrettanto efficaci alcune delle modalità con cui vengono eseguite le uccisioni, apparendo nello specifico alquanto goffa la caduta di quello che dovrebbe somigliare ad un masso, ma che in realtà sembra più un gonfiabile adatto per la stagione estiva. Ciononostante, la scena ed i costumi sono ben curati: la villa è realizzata in stile art déco (di tendenza negli anni in cui è ambientato il thriller) e risulta di sicuro fascino oltre che funzionale alla rappresentazione, con ampie vetrate che consentono di ricreare i diversi ambienti in cui si svolge il thriller; mentre gli abiti sono tipici degli anni ’40, ricercati e raffinati, esaltando le interpretazioni di alto livello degli attori, i cui personaggi sono profondamente caratterizzati.

55.jpg

Occorre nondimeno notare alcune imperfezioni in un prova corale ad ogni modo soddisfacente. Caterina Misasi, nel ruolo di Vera Claytorn, appare talvolta quasi evanescente nel voler mostrare eccessivamente la fragilità del suo soggetto, e Leonardo Sbragia non convince appieno nell’interpretazione dell’ex investigatore di polizia Antony Marston, il quale dovrebbe ricordare più un freddo calcolatore piuttosto che una persona buffa ed umorale. Vero e proprio trascinatore è invece Pietro Bontempo (cpt. Lombard), il suo vigore è trascinante e la sua astuzia permette di instillare nel pubblico il dubbio su chi sia l’assassino.

11.jpg

La crescente tensione. La scommessa su chi possa essere il colpevole. L’elettrizzante attesa della rivelazione. Non uno di questi elementi manca nello spettacolo di Ricard Reguant; e non mancano neanche i lunghi, prolungati e meritati applausi.

33.jpg
Gradimento Autore: 8.5/10 (Regia: 9/10; Interpretazione: 8/10; Scenografia: 8/10)

attori: Giulia Morgani (sig.ra rogers)

Pierluigi corallo (sig. rogers)

Caterina misasi (vera claytorn)

Pietro bontempo (cpt. lombard)

Leonardo sbragia (antony marston)

Mattia sbragia (blore)

Ivana monti (emily brent)

Luciano virgilio (giudice wargrave)

Alarico salaroli (generale mckenzie)

Carlo simoni (dott.armstrong)

Traduzione: di Edoardo Erba

Scene di: Alessandro Chiti

Costumi: Adele Bargilli

Luci: Stefano Lattavo

Direz. Tecnica: Stefano Orsini

Produzione di: Gianluca Ramazzotti per ginevra srl e Valerio Santoro per la pirandelliana