L'Amletico

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Pagelle Sanremo 2023, seconda parte: Giorgia ma che ti è successo? Rosa ti amiamo, J-Ax… che “bel viaggio”!

Dopo il grande successo della prima serata e dei primi 14 cantanti in gara (con l’800% di share per 7 ore di fila), torna il Festival di Sanremo 2023. Tra le gag dello “sboomerato” Morandi che parla della sua popò, la comicità “prorompente” di Angelo Duro, i bei monologhi di Francesca Fagnani e dell’attivista iraniana Pegah Moshir Pour, oltre a Fedez e Fiorello che attaccano un po’ tutti (dalla ministra Roccella a tutto il cda della Rai), si sono esibiti gli altri 14 cantanti di quest’anno.

Ora che abbiamo il quadro generale di tutti gli artisti e ben quattro sufficienze su 28, possiamo dirlo: ma non era meglio ammettere in gara Albano, Gianni Morandi e Massimo Ranieri e dare direttamente la statuetta ai loro acuti distruggi-lampadari? Tra l’altro, come si fa ad arrivare così a oltre 70 anni, chapeau! Scherzi a parte, almeno il conduttore e direttore artistico Amadeus non ha fatto gareggiare i Black Eyed Peas, più tristi del presidente Mattarella quando gli hanno comunicato che avrebbe svolto un secondo mandato, subito dopo che aveva affittato una casa a Roma per godersi la vecchiaia.

Ecco le nostre nuove spietate pagelle e il nostro meraviglioso, quanto inutile, podio di Sanremo 2023.

  • Will – “Stupido”

Apre la serata un “prodotto” di Sanremo giovani, vestito di bianco come un novello lattaio. Si vede che è acerbo e quasi fanciullesco nella voce, che alla fine gli trema e lo dice anche nel testo. La ballata è pop e nostalgica. Al centro del racconto c’è un amore finito, con pensieri struggenti per la persona che non c’è più, tra lacrime e tormento. Sicuramente il cantante è tenero e meglio di altri “““artisti””” in gara ben più blasonati, ma nulla di che. “Volevo fare il poeta” canta: anche noi volevamo fare gli astronauti, poi però ci siamo svegliati tutti sudati.

Stupido no, decente nemmeno

Voto: 4 e mezzo

  • Modà – “Lasciami”

Tornano a Sanremo dopo aver lasciato il segno con il noto acuto “Aaaaarriverààà” in cui il frontman Kekko faceva a gara con Emma Marrone a chi gridava di più. Erano dieci anni che non venivano all’Ariston e il cantante torna dopo anni difficili dal punto di vista discografico e personale. Ora sembra pieno di botulino e racconta nel brano la sua depressione. Più che combatterla, però ce la passa a noi. Questo brano è un unicum della Storia della musica fin da quando un essere umano picchiò il primo bongo: è quasi un solo strillo di tre minuti con picchi improvvisi, come scosse di terremoto. Kekko prova ad essere intenso, ma non ci riesce. Amen.

Dal tappeto di fragole al tappeto persiano cucito male è un attimo

Voto: 4

  • SetHu – “Cause perse”

Quest’anno tra i Big in gara ci sono più giovani proposte che ministri e sottosegretari. Un po’ Mercoledì della famiglia Addams (balla in modo casuale come lei), un po’ un Mahmood caucasico, questo conosciutissimo SetHu (è più noto il prozio di Albano), prova a scompigliare le carte. Imita i primi Finley, con una sorta di pop-rock in cui canta una storia di due persone inconsapevoli della loro debolezza e dei loro errori. Evidentemente ha preso lezioni di dizione da Gianluca Grignani, sotto la supervisione di Anna Oxa, perché di quel che canta si capisce ben poco. Alla fine si arrabbia con il chitarrista e dice di essere “una causa persa”. In effetti… almeno però ci smuove un attimo dal tepore sanremese.

Ce lo fai il balletto Tiktok con la canzone di Lady Gaga?

Voto: 5-

  • Articolo 31 – “Un bel viaggio”

Uno degli artisti più attesi di questa edizione, J-Ax, debutta all’Ariston tornando insieme al suo Dj Jad, con cui ha fatto pace dopo anni di tensione. Negli anni ‘90 il duo ci ha fatto letteralmente sognare e lo fa anche stasera. Certo non sono più gli Articolo 31 irriverenti di “Italiano medio”, con il rapper che oramai è più pop di Annalisa a I Soliti Ignoti. Non solo, purtroppo non è il “viaggio” a cui si potrebbe pensare quando si parla di J-Ax, ma è la loro storia, vera e incisiva. Un po’ in stile Disney, un po’ con malinconia, raccontano il loro percorso e le loro difficoltà, con la paura di crescere troppo in sottofondo. Risultano molto attuali (soprattutto quando parlano di stipendi bassi) e il ritornello è letteralmente da cantare sotto la doccia a squarciagola. Popolari, ma non banali, alla fine si commuovono e noi come scemi crediamo alla loro emozione. Volevamo massacrarli, ma niente da fare. Unica cosa da dire: J-Ax non è proprio un gran cantante, ma anche chissenefrega.

Pensavamo a un altro “bel viaggio”, ma ci piacete lo stesso

Voto: 7 e mezzo

  • Lazza – “Cenere”

Il rapper-pianista, un po’ cafone, un po’ poeta, debutta a Sanremo. La litania iniziale è incomprensibile, ma poi il brano suona intenso. La cenere è una metafora con vari significati: si può buttare via, ma può essere anche messa insieme per rinascere. Il rap è incalzante e funziona, il testo sembra sincero. Canta 10 volte meglio di Grignani, ma non abbastanza per essere sufficiente. “Aiutami a sparire come cenere” dice nel brano. Non ci spingiamo a tanto.

Ritenta, sarai più fortunato

Voto: 5 e mezzo

  • Giorgia – “Parole dette male”

Ok, fermi, questo è il caso della serata. Roba che Blanco impazzito che spacca tutti i fiori dell’Ariston scansati proprio! Aspettano tutti lei e secondo i bookmaker si gioca la vittoria con Mengoni. D’altronde ha già trionfato nel 1995 con la meravigliosa “Come saprei” e torna in gara dopo 22 lunghissimi anni. Tubino blu elettrico e voce che vabbè, non c’è storia per nessuno. Ci saremmo aspettati la devastazione, lo shock, la rivoluzione, il tormento, la spettinatura totale e invece… questa canzone è degna di una cantantucola di serie B che si ferma alle prime fasi di X Factor. Una sobria Mara Maionchi le avrebbe detto “Aaallòra, l’X Factor è partito, ma poi ca@@o ha deviato da qualche parte e non è mai arrivato”. Vuole raccontare un amore finito male, con una dinamica strana e contorta. Cara Giorgia, non è che le parole le hai dette male, è che erano proprio orrende.

Che delusione assurda!

Voto: Non classificata (per rispetto)

  • Colapesce e Dimartino – “Splash”

I Gianni e Pinotto dell’Indie tornano al Festival dopo il successo incredibile della loro “Musica leggerissima”. Con un testo suggestivo e ironico vogliono ribaltare i cliché della canzone estiva e romantica, con un tocco di nichilismo che sfocia in un tuffo liberatorio. Parlano di aspettative e dicono di non volerne sentire il peso, ma stavolta potrebbe non andargli benissimo. Sembrano citare anche “Mare d’Inverno” di Loredana Berté, ma sono egoriferiti e la brutta copia di sé stessi. Cantano “come stronzi galleggiare” e alla fine si gettano a terra. Per un attimo abbiamo sperato che non si rialzassero più.

Mare, mare, falli affogare (metaforicamente eh…)

Voto: 2

  • Shari - “Egoista”

L’ulteriore giovane arista è una sorta di Katy Perry di “Roar”, ma che viene direttamente dalla sagra della porchetta di Ariccia. Decisamente lagnosa, stona varie volte quando alza la voce, ma ci crede. Ed è potente nel flow. Il brano pop, ma dalle vene soul, elenca una raccolta di pensieri che fluiscono in una sera d’estate. Cerca di abbattere alcune barriere sulla sessualità legate a convenzioni sociali. Il monologo di Chiara Ferragni è stato più sconvolgente, il che è tutto dire.

“Roar”, anzi “Roar, porchetta e coppiette”

Voto: 3-

  • Madame – “Il Bene nel Male”

Dopo il celeberrimo “Dove sei finita amoreeeeeh?!” e la polemica sul presunto mancato Green pass (su cui aspettiamo ancora una risposta definitiva), la rapper e cantautrice si presenta all’Ariston più bella che mai. Ritmo accattivante e sinceramente orecchiabile. Di certo è stilosa, ma innocua: anche se dice “puttana” non scandalizza nessuno. Il brano, che Madame ha scritto interamente, descrive un amore finito creando un’inconsueta cantilena.

Tanto male, poco bene

Voto: 5+

  • Levante – “Vivo”

La nota cantautrice, che ha scritto canzoni dal forte valore sociale, torna al Festival dopo la sua performance nel 2020 con un nuovo look, totalmente rivoluzionato. Il brano è autobiografico ed è nato dopo l'esperienza della depressione post-parto. “Vivo un sogno erotico, la gioia del mio corpo è un atto magico” canta e vuole stupire, ma per il resto incasella una serie di parole a caso, un po’ come quelle usate dalla ministra della Famiglia Roccella mentre tenta di spiegare perché “purtroppo” l’aborto sia un diritto. Cerca di raccontare la sua voglia di riassaporare la vita dopo la nascita del suo bambino, però stasera sembra Anna Tatangelo e per lei non è proprio un complimento.

Essere una donna non vuol dire indossare una minigonna!

Voto: 5

  • Tananai – “Tango”

Arrivò ultimo lo scorso anno con la sua “Sesso occasionale”, ma ottenne un successo incredibile. Quindi quest’anno ha fatto una plusvalenza al Fantasanremo imbarazzante. È elegantissimo, a metà tra un galantuomo d’altri tempi e un ragazzino alla comunione del cugino, e si presenta con una ballad supersanremese e tristissima. Parla di un amore “metropolitano” fatto di immagini semplici, ma citando "Le cose che abbiamo in comune» di Daniele Silvestri. Lo scorso anno aveva stupito perché ironico e scanzonato, invece ora vuole prendersi sul serio, ma perchè? Qualcosa si dice che il ragazzo si è montato la testa, ricordiamogli chi è e speriamo arrivi Ultimo.

Ci siamo addormentati

Voto: 1

  • Rosa Chemical – “Made in Italy”

Questo rapper fuori dalle righe ha scatenato le peggiori polemiche politiche, manco fosse il cugino malvagio di Alfredo Cospito, con una deputata di Fratelli d’Italia che l’ha accusato di “propaganda gender” contro i bambini. Dandy e irriverente, si presenta con delle lunghe unghie rosate alla Crudelia De Mon. Il pezzo, folle e anti-sanremese, distrugge gli stereotipi italiani, a partire da quelli di genere e sessuali. Tante le citazioni, da “Tu vuo' fa l'americano”, a Vasco Rossi, Celentano e Leonardo Da Vinci. Parla molto di sesso e ha un finale a sorpresa con la trombetta. “Ti piace che sono perverso e non mi giudichi”, canta. Noi ti giudichiamo Rosa: ti amiamo, anche perché dedichi la canzone a “chi si è sentito sbagliato e invece era solo diverso”.

Iconico

Voto: 7

  • LDA – “Se poi domani”

Lui è il più giovane artista in gara, ha meno di 20 anni, ma è figlio d’arte (il papà è il celeberrimo Gigi D’Alessio) ed è stato ad Amici. Quella che sentiamo è la classica canzone d’amore, così trita e ritrita che nemmeno Pippo Baudo può superarlo quanto a essenza sanremese. Il testo della canzone fa riferimento a una persona che non è più con lui al suo fianco. Vorremmo non inserirlo in classifica, poi ci ricordiamo dello sbiascichio di Grignani e del flop di Giorgia e decidiamo di dargli lo stesso un voto.

Il papà in confronto è De André

Voto: 0+ (d’incoraggiamento)

  • Paola e Chiara – “Furore”

Reunion discussa, reunion attesa. Le due regine degli anni ‘90 tornano insieme dopo aver iniziato tutto proprio con Sanremo. Vestite come gemelle Kessler futuriste cantano un brano dalle sonorità energiche, raccontando una sorta di danza scatenata da ballare in due. Sì, è spudoratamente e inimitabilmente anni ‘90/inizio 2000 e loro sono invecchiate parecchio, ma non è poi così male. Già ci immaginiamo come possa essere remixata nella nota discoteca romana “Mucca Assassina”, tra uno stacchetto dei ballerini e l’altro. La performance è scenica e riuscita: ci fa tornare bambini, a quando ci scatenavamo al campo estivo con “Vamos a bailar”.

Retrò, ma viva dio!

Voto: 6-

E ora che abbiamo sentito tutti e 28 i cantanti in gara, ecco il podio ideale de l’Amletico di Sanremo 2023:

Ovviamente siamo in linea con la classifica generale della sala stampa…

Sicuri e fieri del fatto che non azzeccheremo il podio nemmeno quest’anno, cari lettori amletici, vi diamo appuntamento a Sanremo 2024!