L'Amletico

View Original

Ostkreuz: quando fotografare è una vera passione

Costo biglietto: Intero: € 9,50; Ridotto: € 8,50; Residenti: € 7,50

Luogo*: Museo di Roma in Trastevere

Periodo: dal 24 giugno al 17 settembre 2017

*Tre serie fotografiche della mostra sono esposte nel Foyer dell’Auditorium del Goethe-Institut in via Savoia 15

Il momento in cui sono messi all'asta i mitici ritratti della sede storica di Ostkreuz non rappresenta la resa al capitalismo della più famosa agenzia (chiamiamola così) fotografica tedesca. Al contrario: è la formula democratica del "chi offre di più" a dare una nuova spinta al gruppo. Ogni ritratto acquisito ribadisce l'eredità storica del lavoro di Ostkreuz — nata dopo la caduta del Muro di Berlino — e vi porta un nuovo soffio, soprattutto a coloro che combattono per l'arte di fotografare.

Ostkreuz sa che non può più vivere delle glorie del passato. Il piccolo gruppo di una ventina di fotografi vuole tuttavia proseguire con il metodo che li distingue dalle altre grandi agenzie: la fotografia d'autore.

Per loro la fotografia è una passione, non un lavoro.

In mostra ci sono circa 250 fotografie di 19 fotografi - Foto: Rafael Belincanta

Quando mai oggi sarebbe possibile impiegare dieci anni in un progetto per fotografare grandi eventi della "memoria collettiva fondamentali per l'identità di una società"?

I tempi frenetici del mercato globalizzato ed effimero non lo permetterebbero.

Solo una passione vera può far sì che una madre lasci la figlia a casa, riempia gli zaini di rullini e fotometri, e parta per realizzare un progetto fotografico in un altro paese. Il budget che ha permesso alla fotografa di Ostkreuz di andare in Romania per ritrarre la vita dei Rom – mandati via da Sarkozi con le "tasche piene" – proviene da fondi non-profit, ma a lei di questi soldi non resterà una lira. Sarà tuttavia fiera ad ogni nuovo sviluppo.

Questo è solo un esempio di ciò che rende Ostkreuz non una agenzia qualunque, ma una "istituzione culturale", come ben definì uno dei suoi membri. Ognuno di loro coltiva un mestiere ormai quasi sconosciuto: la fotografia analogica. Nella mostra allestita nel Museo di Roma in Trastevere ci sono diverse fotografie sviluppate ai sali di argento: un sollievo visivo ed emotivo per i nostalgici.

Non che gli scatti impressi a pigmento abbiano meno impatto, infatti la fotografia più sconvolgente della mostra è scattata in digitale ed è un autoritratto (da non confondere con un selfie): "Due gemelli e un seno". L’istantanea realizzata da Linn Schröder in collaborazione con Elke Rüss è un vero capolavoro. Un'opera che richiama la dualità tra la vita e la morte.

Linn Schröder: autoritratto con due gemelli e un seno

Ostkreuz ha saputo affrontare il cambiamento di generazione in modo creativo e audace, dimostrando come l'antagonismo tra analogico e digitale possa coesistere, nonostante la velocità della "società liquida" conceda meno tempo per riflettere e quindi apra lo spazio a più errori: ma ormai giornalismo e fotografia sono divenuti "un lusso".

Gradimento: 8/10