L'Amletico

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Orto Botanico: il mondo in dodici ettari

Foto Rafael Belincanta

Alle pendici del Gianicolo, nel rione di Trastevere, si trova uno degli spazi verdi più affascinanti della città: l’orto botanico. Nato come giardino del palazzo Riario-Corsini, nel 1883 la nobile famiglia toscana vende il palazzo e il terreno retrostante allo Stato. E ora è uno dei numerosi Musei della Sapienza Università di Roma, ma l’unico a svilupparsi in uno dei colli di Roma.

Il colle del Gianicolo è stato caratterizzato fin da tempi remoti dalla presenza di estese foreste e oggi questo dolce declivio è stato sapientemente adattato dalla mano dell’uomo, grazie alla quale è possibile ammirare una straordinaria diversità di specie arboree e floreali.

Di grande rilievo è senza dubbio la collezione delle palme, sia per l’elevato numero di entità coltivate (40 specie, dalla più comune Phoenix canariensis alla più rara Brahea edulis), che per la grande suggestione che emanano questi alberi dal sapore esotico, fascino acuito dal canto dei parrocchetti monaci che vi nidificano trovando un sicuro riparo dagli arcigni gabbiani.

Foto Rafael Belincanta

Risalendo la collina ci si imbatte poi nel bellissimo roseto, profumato giardino che contiene 250 entità fra specie e varietà, che donano colore all’orto nei mesi primaverili. Proseguendo il percorso sarà facile farsi trasportare in terre lontane, addentrandosi nel boschetto di Bambù – una delle collezioni più ricche in Europa, con 70 entità fra specie, sottospecie e varietà. Qui vi sembrerà di varcare il continente asiatico, per riapprodare immediatamente dopo sulle coste mediterranee, nell’area del Giardino Roccioso e delle Geofite, dove, fra arbusti di rosmarino, salvia e lavanda, risuona lo sciabordio del Fontanone dell’acqua Paola, che si intravede sullo sfondo oltre il tratto superstite delle mura aureliane.

Foto Rafael Belincanta

Mentre si sale lentamente, fra le fronde degli alberi cominciano a spuntare i tetti delle case trasteverine e qualche cupola sparuta, fino a quando si giunge in cima all’orto e si può godere di una vista mozzafiato che abbraccia tutta la città. Qui, il visitatore sarà catapultato nuovamente in terre orientali, in particolare nella terra del Sol Levante, grazie all’affascinante Giardino Giapponese con giochi d’acqua, una piccola cascata e due laghetti, che fanno da eco al profumo delle piante di origine nipponica come la Magnolia stellata e la Camellia japonica.

In questo bellissimo giardino all’italiana non potevano mancare fontane con giochi d’acqua, come la settecentesca Scalinata delle Undici Fontane (o Fontana degli Undici Zampilli), progettata dal grande architetto Ferdinando Fuga nel 1742 e composta di cinque vasche digradanti, dalle quali zampillavano ben undici getti d’acqua. Meno scenografica ma altrettanto affascinante è la Fontana dei Tritoni, composta da una grande vasca quadriloba di marmo dentro la quale sono adagiati due tritoni che sorreggono una canestra di frutta e fiori da cui si innalza ancora un alto zampillo.

Grande rilievo hanno inoltre le quattro serre presenti, non solo per le specie che conservano calorosamente al loro interno, ma anche per le strutture in sé, come l’elegante Serra Monumentale, costruita nel 1877 in vetro e ferro battuto.

Foto Rafael Belincanta

Le specie conservate nell’orto sarebbero ancora moltissime (il giardino ne ospita oltre 3000!) e sarebbe inutile proseguire nella loro elencazione; non vi resta che varcare il grande cancello e addentrarvi in questa selva infinita, per una passeggiata in compagnia o anche in solitaria, rilassandovi all’ombra di una quercia o sdraiandovi sul morbido letto di margherite sotto il tiepido sole della primavera romana.

Il colle è tutto verde, coperto di piccoli prati, di canne, di cipressi, di platani, di lauri e di elci: ha un aspetto silvano e sacro, coronato di alti pini italici. “

Gabriele d’Annunzio, Il Fuoco.