L'Amletico

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L'incredibile storia di Ludwig Pollak finalmente svelata

Luogo: Museo Barracco; Museo ebraico

Durata della visita: 2h

Periodo: dal 5 Dicembre 2018 al 5 Maggio 2019

Costo biglietto: gratuito per il Museo Barracco; 11€ intero, 8€ ridotto, 5€ studenti per il Museo ebraico

Personaggio incredibilmente singolare: archeologo, collezionista, mercante, grande erudito, protagonista nella Roma che mutava la sua veste a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento. Ludwig Pollak visse un’esistenza quasi romanzesca, ma la sua tragica morte nel campo di sterminio di Auschwitz ne fece cadere la memoria nell’oblio.

In occasione dei 150 anni dalla sua nascita, un’interessante mostra in due sedi, il Museo Barracco e il Museo ebraico, ne ricostruisce la storia gettando luce su questo gigante misconosciuto.

Dopo l’infanzia trascorsa nel ghetto di Praga, il giovane Pollak studiò a Vienna, per trasferirsi poi a Roma nel 1893. Erano gli anni d’oro del collezionismo internazionale, in cui le grandi scoperte archeologiche, dovute anche ai continui mutamenti urbanistici, erano all’ordine del giorno. Il nome del boemo è legato proprio ad una scoperta sensazionale: quella avvenuta nel 1903, relativa al celeberrimo gruppo scultoreo del Laocoonte. Durante una delle sue solite passeggiate fra scavi, marmorari ed antiquari, che all’epoca affollavano le vie della neocapitale del Regno d’Italia, notò ed acquistò un braccio marmoreo ripiegato che, grazie al suo occhio incredibile, intuì essere il braccio mancante del sacerdote troiano. Grazie a Pollak, uno dei più grandi capolavori dell’archeologia mondiale fu finalmente integrato in maniera corretta, ovvero con il braccio ripiegato e non disteso come nell’integrazione cinquecentesca.

Questa è solo una delle numerose e affascinati storie che si apprendono al Museo di scultura antica Giovanni Barracco, dove si ammirano dipinti, sculture antiche, vasi greci, acquerelli e libri rari, tutti facenti parte della collezione personale di Ludwig Pollak, donate dalla cognata unica superstite al Comune di Roma. Di grande interesse sono anche le opere che provengono dal Freud Museum di Londra, sedici maschere e applique in bronzo con diversi soggetti e un libro con dedica autografa, che testimoniano il rapporto di stima e di amicizia che legava Pollak al fondatore della psicoanalisi.

Grazie alle numerose foto d’epoca, si possono ripercorrere anche i viaggi realizzati da Pollak in giro per il mondo, dalla Grecia all’Egitto fino alla Siria e alla Palestina, dove ebbe modo di studiare l’arte classica, egizia ed islamica, oltre che di comprare in loco alcuni pezzi.

Più incentrata sul suo tragico epilogo, la parte della mostra al Museo Ebraico racconta la triste storia della famiglia Pollak. Nonostante il tentativo da parte della Chiesa di salvargli la vita, come dimostrano alcuni documenti del Vaticano esposti, venne prelevato dalla sua abitazione in Palazzo Odescalchi insieme a moglie e figli, in quel cupo ottobre del 1943. Filmati, immagini e documenti narrano questa torbida vicenda rimasta a lungo sconosciuta.

Finalmente questo personaggio viene ri-scoperto, grazie ad una doppia mostra accurata ed emozionante, che rende solo in parte la grandezza di un fine conoscitore, uno studioso, collezionista e mercante sitibondo di conoscenza e di bellezza.