L'Amletico

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Piccoli crimini coniugali, con Michele Placido e Anna Bonaiuto: una coppia assassina

Alla quarta chiamata alla ribalta, Michele Placido resta interdetto, non si aspetta tutto quel successo. Si volta, sta per tornare indietro verso il pubblico, ma il sipario si chiude negandogli l’ultimo applauso. Si interrompe così, bruscamente, lo scambio tra pubblico e attore, quella grande storia d’amore di dare e ricevere che si consuma ogni sera a teatro: dove prima è l’interprete a offrire la propria prestazione e gli spettatori ad accoglierla, ma poi è il pubblico a prorompere in applausi e l’attore pronto a riceverli.

Di applausi per questa commedia ce ne sono stati tanti al Teatro Quirino, ma anche in tutto il mondo. Tradotta in sedici lingue e l’anno scorso finita anche sul grande schermo, Piccoli crimini coniugali è un thriller d’amore senz’arma del delitto. “Un giallo che non è un giallo, una pièce tra il divertimento e il dramma”, per usare le parole di Michele Placido.

L’attore pugliese, nonché in questo caso anche regista, è Giles. Uno scrittore di gialli legato a Lisa (Anna Bonaiuto), da quindici anni sua moglie. Da un giorno all’altro, lo scrittore si ritrova in ospedale, non si ricorda nulla ma ha una vistosa fasciatura sulla testa. Un incidente? Un colpo? Niente, la memoria non lo aiuta. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: perdere la memoria può essere un modo per conoscere meglio il proprio partner, scoprire il modo in cui l’altra persona ci guarda e quello che vorrebbe noi fossimo. Si susseguono allora litigi, rivelazioni, slanci amorosi in cui i due amanti si avvicinano e si allontanano come quando l’attore è chiamato alla ribalta. Solo che in questo caso non c’è sipario che li separi.

”Piccoli crimini coniugali ha avuto un’adesione violenta da parte del pubblico. All’uscita del teatro, le coppie reagivano diversamente a seconda dell’età: i ventenni mi dicevano ‘Sei crudele!’, i quarantenni ‘Che realismo!’, i sessantenni ‘Che tenerezza!’. Avevano tutti ragione! A vent’anni si vorrebbe che l’amore fosse semplice. A quaranta si scopre che è complicato. A sessanta scopriamo che è bello proprio perché è complicato”. Si può dire che il drammaturgo Èric-Emmanuel Schmitt continui a far divertire e stupire giovani e adulti. Ma sono gli attori che poi danno forma all’opera, e in questo caso Michele Placido e Anna Bonaiuto plasmano una tragicommedia dove i due amanti cercano di fare a pezzi il loro amore, ma alla fine l’istinto cederà alla ragione.