L'Amletico

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Il Lago del Salto: Bacino d'acqua dolce artificiale dalla bellezza naturale

Luogo: Lago del Salto

Data: Agosto 2016

Roma.
Prima settimana di agosto.
Ore: 14.37.
Temperatura all’ombra: 32°.
Vento: pressoché inesistente.
Attività psico-fisica: nulla.
 

Sarà stato il riscaldamento globale, sarà stata la mia totale insofferenza nei confronti dell’elevata temperatura oppure che a casa mia, per una questione unicamente ideologica, ci si ostina ancora a non voler montare un condizionatore. Il fatto certo è che stavo morendo di caldo. Le uniche forze a mia disposizione le usai per cercare sul mio cellulare di che morte si può morire a causa dell’eccessiva temperatura. La più comune è l’ipertermia, ma in quel momento non sottovalutai anche la combustione interna.

Ero alla disperata ricerca di una via di fuga che, fortunatamente, si presentò sotto forma di domanda.

“La casa al Lago del Salto è vuota. Perché non ci andiamo per qualche giorno? Pensa che lì, di sera, bisogna addirittura mettersi un pullover leggero…”

Prima che la frase fosse finita, eravamo già in macchina.

Che luogo paradisiaco il Lago del Salto… Aria fresca e pulita che ti solletica i polmoni, piogge torrenziali della durata di un doppio verso di vinile a 33 giri.
Per chi non ne fosse a conoscenza, il Lago del Salto si trova in provincia di Rieti ed è il lago artificiale più grande del Lazio; ideato al fine di produrre energia idroelettrica per l’alimentazione delle acciaierie di Terni e per l’uso domestico.

È un lago slanciato che si sviluppa soprattutto in lunghezza, adattandosi alla frastagliata conformazione della valle del Salto.
La riva è principalmente limosa-argillosa e ricoperta da un sottile strato di erba. L’acqua è calda solamente in prossimità della superficie, mentre il fondale argilloso risulta fangoso al tatto, con la conseguenza di rimanere incollato ai piedi una volta che ci si sprofonda all’interno.

Le giornate erano organizzate così: mattina bagno, successivamente scrittura della tesi fino all’ora di pranzo, pomeriggio nuovamente studio e scrittura tesi, tardo pomeriggio svago, sera cena e prima di andare a dormire… SCOPONE SCIENTIFICO!

Lo svago consisteva nel giro del lago in bicicletta di circa 40 km, in cui si alternano attraversamenti di ponti, ripide salite, velocissime discese e stretti tornanti; ma anche in un giro in canoa, durante il quale ci scambiavamo rapidi cenni di saluto con i pescatori assorti in attesa di un segnale da parte della canna da pesca (magari del famoso pesce siluro), mentre pagaiavamo alla scoperta delle varie insenature nascoste e di chissà quali misteri ancora non svelati.

Le passeggiate nel paese erano un vero spasso. Ognuno aveva qualcosa da raccontare e da ricordare. Si dice che Raul Bova possieda una casa in qualche paesello sulle rive del lago ed ogni tanto sia possibile vederlo praticare sci d’acqua in prossimità della diga del Salto.

Quello di cui la gente del posto prediligeva parlare era però il proprio ruolo nel film “Educazione siberiana”, del quale erano state girate alcune scene sul ponte in stile sovietico che attraversa un ramo del lago. C’era chi aveva fatto da comparsa e, per ben 7 secondi, era apparso imbacuccato a tal punto da lasciare intravedere solamente il naso e gli occhi; c’era chi aveva guidato la macchina per accompagnare John Malkovich alla zona delle riprese; per non parlare della signora che aveva cucinato alla troupe gli “Strengozzi”, di cui andava matta sua nipote.

Roma.
Seconda settimana di aprile.
Ore: 14.37.
Temperatura all’ombra: 24°.
Vento: lieve.
Attività psico-fisica: nulla.

 

Sta arrivando l’estate, si prospetta un caldo infernale.

Si avvicina il momento di mettersi in macchina.