L'Amletico

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I Dieci Dischi Del 2019

Con il 2019 ormai alle spalle, abbiamo stilato una classifica dei dieci dischi da recuperare o riascoltare dell’anno appena terminato. Buon ascolto e buona musica.

Nick Cave & The Bad Sees – Ghosteen

Mai giudicare un’opera dalla copertina, perché quella di Ghosteen è piuttosto kitsch e variopinta. Il contenuto infatti è diametralmente opposto e Nick Cave dimostra di essere l’ultimo grande cantautore dell’oscurità, degno erede di Leonard Cohen. Su distese fluttuanti di sintetizzatori, l’australiano e gli inossidabili Bad Seeds rappresentano mondi lontani abitati da creature fantastiche e altri terreni, in cui gli uomini fanno i conti con i loro sentimenti.

Billie Eilish – When We All Fall Asleep, Where Do We Go?

Il successo che ha travolto la giovane cantautrice statunitense non ha a che fare solo con isterismi di massa adolescenziali e sold out a cascata. Billie Eilish è senza alcun dubbio l’icona del nuovo pop, quello che si aprirà con i ‘20 del duemila. Il talento c’è e lo dimostra la hit dell’anno Bad Guy, suonata praticamente ovunque, e un album che trasuda di elementi goth e urban pop in linea con l’immagine della Eilish. Non solo un fenomeno di marketing ma anche musicale.

Bon Iver – i,i

Continua l’esplorazione sonora di Justin Vernon, che prosegue il processo di trasformazione della sua creatura. i,i testimonia quanto di buono e bello fatto in 22 A Million, senza però continuare ad adagiarsi su stringhe folk, rendendo impalpabili e astratti questi quaranta minuti di ascolto. C’è chi insegue la moda e chi, invece, mira a riscrivere regole e linguaggi.

Kanye West – Jesus Is King

Avevamo cominciato a perdere le speranze quando mr. West aveva annunciato Yandhi intorno alla fine di settembre e, puntualmente, il disco non uscì. Poi ad ottobre inoltrato, anzi quasi finito, la “luce”: Jesus Is King viene rilasciato a sorpresa. Come molti colleghi, Bob Dylan può fungere da esempio, il rapper nato ad Atlanta confeziona un disco religioso dall’inizio alla fine, denso di gospel e collaborazioni importanti per celebrare la fede trovata.

Mac De Marco – Here Comes The Cowboy

Il nativo di Edmonton inaugura la propria etichetta discografica cantando di cowboy, ranch e bestiame. Con l’inconfondibile stile lo-fi che lo portò alla ribalta con Salad Days, Mac De Marco riesce ad essere interessante ogniqualvolta la sua musica supera le pareti dello studio di registrazione. Il cowboy è là fuori e vi aspetta al primo saloon utile.

Tyler The Creator – Igor

Il rapper losangelino opta per un concept album alla chiamata in studio numero sei. Per l’occasione sarà Igor, sfortunato elemento di un triangolo amoroso che lo porterà all’esclusione e osserverà afflitto la nuova coppia appena formatasi. Per molti un progetto riuscito, per altri un lavoro troppo ambizioso, Igor è un eclettico miscuglio di arrangiamenti R&B, beat massicci ed esperimenti vocalici che riescono a trasformare Tyler in un crooner consumato.

Lana Del Rey – Norman Fucking Rodwell

Quando un album di Lana Del Rey è in procinto di uscire, le aspettative sono sempre molto alte. E Norman Fucking Rodwell cancella ogni possibile dubbio di non riuscita, rivelandosi al primo ascolto il papabile disco dell’anno. La scrittura e la voce della diva del pop newyorkese sono ai massimi storici, come fu per Ultraviolence del 2014. Anche il comparto sonoro è perfetto, stratificato e modulato al dettaglio. Cambia soltanto il mezzo con cui ci si muove: niente più pick up e limousine, ma yacht e barche a vela.

Iggy Pop – Free

Sembra che anche per l’iguana il tempo passi e scorra come per noi comuni mortali. In Free Iggy Pop si spoglia del punk rabbioso e ribelle per approdare su spiagge desolate, cullato dal moto ondoso di trombe jazz e armonie a sei corde. Con tutta l’esperienza accumulata nei decenni e i dischi pubblicati, Free è forse il più personale dei lavori dell’ex Stooges.

Vinicio Capossela – Ballate Per Uomini E Bestie

Non c’è bisogno di dirvi che questo disco dell’irpino è stato insignito della targa Tenco per invogliarvi all’ascolto. Perdersi nel mondo degli uomini, delle creature e dei santi di Vinicio Capossela è un’esperienza d’obbligo. In forma di ballata, con pezzi che non scendono mai sotto i quattro minuti di durata, si materializzeranno lupi mannari e animali preistorici, villaggi pestilenziali e inferni, giraffe e testamenti.

Andrea Laszlo De Simone – Immensità

Dopo lo strepitoso e, per i tempi che corrono, inaspettato successo di Uomo Donna, Andrea Laszlo De Simone con Immensità continua a perseguire un ideale artistico solido e anticonvenzionale. Immensità riporta direttamente agli anni settanta per forma – una suite lunga venticinque minuti – e contenuto – ampie sezioni strumentali di natura orchestrale-. A ciò il cantautore torinese allega una serie di videoclip ricercati tanto quanto la sua musica.