L'Amletico

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"Ghost in the Shell": Un futuro alla ricerca del proprio passato

Regista: Rupert Sanders

Anno: 2017

Durata: 120m

Genere: Fantascienza; Azione; Sci-Fi

Produzione: Universal Pictures

Paese: USA

Attori Principali: Scarlett Johansson (maggiore Mira Killian); Johan Philip Asbæk (sergente Batou); Takeshi Kitano (Daisuke Aramaki); Michael Pitt (Hideo Kuze); Juliette Binoche (dott.ssa Oulet)

A seguito di un grave incidente Mira Killian (Scarlet Johansson) è in fin di vita e il suo corpo gravemente menomato. Per salvarla la compagnia della Hanka Robotics ne innesta il cervello in un corpo cibernetico, così Mira diventa il primo cyborg la cui sola coscienza umana la differenzia da un androide. Rappresenta il futuro "quello che un giorno tutti diventeranno". A causa del trauma Mira Killian perde la memoria, ricordando solo frammenti confusi del proprio passato, che sporadicamente le appaiono come sogni ad occhi aperti. Conosciamo della sua vita precedente solo quello che le viene raccontato dalla dott.ssa Ouelet (Juliette Binoche), che successivamente ad un attentato terroristico ha perso l'intera famiglia, rimanendo orfana. L'Hanka Robotics sfrutta la grave perdita di Mira per motivarla, addestrandola ad essere un soldato, un'arma. Una risorsa estrema per i crimini più efferati. Trascorso un anno Mira è diventata un'agente della Divisione 9, con il grado di Maggiore. La Divisione 9 è una sezione speciale di sicurezza dedicata all'antiterrorismo e finanziata dall'Hanka Corporation. Questa sezione speciale è gestita da Daisuke Aramaki (Takeshi Kitano) e comandata in azione dal maggiore Mira.

La missione principale del Maggiore sarà quella di individuare il nascondiglio del cyberterrorista Kuze (Michael Pitt), autore di una serie di attentati volti ad uccidere i membri principali della Hanka Corporation. Coloro che hanno lavorato al progetto artefice del cyborg Mira sono in pericolo. Kuze riesce a colpire in maniera mirata muovendosi attraverso la rete informatica, hakerando il sistema di cyborg e androidi, manipolandoli a proprio piacimento per i propri intenti criminosi. Quando Mira deciderà di connettersi nel sistema di un androide hakerato da Kuze, ne estrarrà dati utili alla sua individuazione, ma così facendo si esporrà ai file corrotti dal criminale. Kuze la spingerà a ricordare del suo passato, riferendole che la vita non le è stata salvata; al contrario, le è stata rubata. Inizierà quindi ad indagare e a dubitare di chi le sta intorno. La sua natura umana e quella di scoprire la verità avrà il sopravvento sulla freddezza spietata del robot. Da quel momento si faranno intensi in Mira quelle visioni che prima sembravano solo "glitch" (anomalie del sistema), ma che adesso sembrano essere pezzi reali di un puzzle che andrà a comporre il suo passato. 

Il tema cardine del film sarà proprio la difficoltà di affrontare il proprio passato e la ricerca di esso da parte della protagonista. Attraverso questo percorso la trama verrà ribaltata mettendo in gioco un capovolgimento di ruoli. Quello che sembrava essere il nemico da affrontare è in realtà colui che vuole aiutare la protagonista a riscoprire se stessa. Viceversa la Hanka Robotics si rivela un'azienda senza scrupoli, che esperimenta nuove tecnologie su esseri umani innocenti. L'avvicinarsi alla verità ci svelerà anche le origini di Mira e Kuze, legati dalla stessa scelta di vivere ai margini di una società in cui non si riuscivano più a riconoscere. Questa linea di avvenimenti però è strutturata in maniera prevedibile e tende a non coinvolgere lo spettatore, il quale riesce facilmente ad anticipare ogni colpo di scena.
Tra le proposte più interessanti della trama troviamo il legame tra Mira e il sergente Batou (Pilou Asbæk). Un rapporto di amicizia tra colleghi, che con semplicità riesce a scavare nel profondo. Grazie anche alla credibile interpretazione di Asbæk. La piacevole ironia nei loro dialoghi, e la leggerezza con cui riescono a confidarsi, sono gli unici momenti in cui Mira riesce a far prevalere il lato umano a quello della macchina. Un'empatia che traspare semplicemente dai loro sguardi, una delicata intimità che, anche se inconfessata, dona intensità genuina ai due personaggi.

Meno credibile invece il ruolo di Juliette Binoche, la dott.ssa Ouelet è lo scienziato ideatore dello "Shell" e si sente quindi genitrice di Mira, ma questo rapporto madre-figlia non viene strutturato a dovere e quando la Dottoressa si troverà di fronte alla scelta se agire come una 'madre' o come uno scienziato, il pubblico rimarrà spiazzato dal non provare emozioni quando sacrificherà la propria vita per permettere alla Johansson di essere libera. 
Piacevole sorpresa la scelta di Takeshi Kitano nel ruolo di Daisuke, che omaggia con la sua autorevolezza lo stile cinematografico che lo ha contraddistinto nella sua carriera di cineasta giapponese.  I personaggi cui ha dato vita si sono fatti valere a suon di colpi di pistola, entrando nell'iconografia del cinema cult; in "Ghost in the Shell" con la sua revolver farà prevalere la giustizia. Un contrasto simbolico e metaforico della vecchia scuola che pone ordine a una società assuefatta dalla tecnologia all'avanguardia. 

Il futuro che ci mostra Rupert Sanders non presenta alcun tipo di peculiarità che resti nell'immaginario collettivo. Questo adattamento live action del manga di Masamune Shirow ha il sapore amaro di essere arrivato tardi, risentendo inevitabilmente di un testo scritto alla fine degli anni '80; i cui temi, seppur interessanti, sono ormai stati largamente utilizzati nel cinema sci-fi e quindi cadono nel tranello del 'già visto'. La trasposizione cinematografica soffre  inoltre della scelta volta ad evidenziare il lato più estetico e tecnologico del manga piuttosto che quello sociale e politico. Impressionare lo spettatore con effetti visivi spettacolari sembra essere l'obiettivo principale del regista.

Media Critica e Pubblico*: 5.5/10

Gradimento: 6/10

*v. fonti in calce

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My Movies (3/5)

Imdb (6.7/10)

Rotten Tomatoes (45/100)