L'Amletico

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Ciao maschio, una mostra attuale e imperdibile alla Galleria d'arte moderna

Luogo: Galleria d'Arte moderna di via Crispi

Durata della visita: 1.30h circa

Periodo: dal 23 giugno al 14 novembre 2021

Costo biglietto: Ingresso ordinario: Intero € 7,50 Ridotto € 6,50 Per i residenti in Roma Capitale e nell’area metropolitana (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): Intero € 6,50 Ridotto € 5,50

Ciao maschio: al meno avveduto questo titolo non stimolerà alcun ricordo, o forse evocherà un recente programma televisivo condotto dall’ormai ex politica Nunzia De Girolamo andato in onda su RaiUno.

Ben più noto è in realtà il film di Marco Ferreri, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1978, geniale boutade e grottesca critica e messa in discussione dell’uomo contemporaneo e del suo status.

La mostra “Ciao maschio. Volto potere e identità dell’uomo contemporaneo”, curata da Arianna Angelelli e Claudio Crescentini presso la Galleria d’arte moderna di Roma (GAM), prende piede proprio dalla pellicola del grande regista (di cui abbiamo parlato qui), ed è una sorta di pendant dell’esposizione "Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione" che andava in scena nello stesso museo circa due anni fa.

Con oltre 100 opere di importanti artisti dal tardo Ottocento ai nostri giorni, la mostra analizza, indaga e scompone la figura maschile, tessendo discorsi critici aperti e non autoconclusivi, che offrono numerosi spunti di riflessione senza incappare in sterili critiche.

Questo viaggio nell’identità maschile si districa in cinque sezioni tematiche che problematizzano il volto e il corpo maschile, destrutturandolo e ricomponendolo, tra stereotipi, j’accuse e provocazioni.

Il volto del potere è la prima sezione della mostra, e vede adunati in un ampio consesso un notevole numero di ritratti, appesi ai muri come in un’antica quadreria. Sono uomini politici, effigi del potere dalla fine del XIX secolo ai nostri giorni. Si passa così da Onorato Caetani, esponente della Destra storica e sindaco di Roma dal 1890 al 1892, ritratto dal Futurista Giacomo Balla in un quadro a pastello di grande raffinatezza, ai ritratti in chiave Pop di Krusciov, Mao e Kennedy realizzati da Sergio Lombardo, alle versioni personalissime di Schifano e Franco Angeli rispettivamente di Lenin e Ho Chi Min.

L’immagine classica dell’uomo di potere, posto rigidamente in piedi e in posa di tre quarti, elegantemente vestito e con piglio fiero, si stempera e si mitiga fino a giungere alla celebre immagine di Obama con la scritta “Hope” realizzata da Shepard Fairey.

Un focus di questa sezione è dedicato a Il volto del terrore, con i terribili ritratti dei tre dittatori del Novecento (Hitler, Mussolini e Stalin), che proprio sulla virilità, sul machismo e sul culto del superuomo e della razza hanno costruito la loro propaganda e la loro immagine pubblica. Particolarmente apprezzabile, dal punto di vista artistico, il Profilo continuo – Dux, ritratto di Mussolini realizzato da Renato Bertelli nel 1933.

Salendo per gli spazi angusti (e sapientemente utilizzati) della Galleria, si arriva alla terza e alla quarta sezione che trattano l’Identità maschile e il Culto del corpo ed etica dello sport. Vero fulcro dell’esposizione, questa parte della mostra indaga il mito dell’uomo forte e virile e la ricerca della perfezione di un modello fisico ideale. Le opere presentate mettono in discussione e demoliscono il ruolo tradizionale e quasi atavico di questo uomo prestante e cacciatore, predatore e bellicista. L’irriverente disegno di Mino Maccari che ricorda quasi Lautrec, si potrebbe assurgere a manifesto di queste due sezioni: “Se sei un vero maschio dimostramelo!” dice la fanciulla con fare malizioso ad un ceffo bruto e arcigno.

Esemplare anche il Cannone di Pino Pascali che dialoga Con il cannone di Pascali di Renato Mambor, che fanno della guerra un gioco e delle armi un giocattolo, rovesciando e annullando la funzione bellica (e la simbologia fallica) dell’arma da fuoco.

I disegni preparatori di Gino Severini per i mosaici del Foro Italico, accompagnati dalle fotografie della Ditta Vasari che mostrano i corpi dei tuffatori con le opere musive sullo sfondo, ci riportano agli anni del ventennio e a quel culto ossessivo per il corpo perfetto, che si ripercuote nel quadro di Gentilini (Giovani in riva al mare). Questo ideale di mascolinità (tossica, possiamo finalmente dire), viene irriso e contestato da alcune fotografie particolarmente divertenti come quella di Anders Petersen. Ma è soprattutto la video opera di Claudio Cintoli a catturare l’attenzione in questa sala. Con Crisalide il performer proponeva già nel 1972 la nascita di un uomo nuovo, che, senza donna (negli anni del femminismo), nasceva da solo come una farfalla, cercando di liberarsi faticosamente da un sacco di juta. Un’azione artistica di grande impatto che voleva portare l’uomo verso una nuova dimensione altra, libera da stereotipi e colpe.

L’ultima sezione ritrae gli Uomini visti da donne, uno sguardo femminile sull’uomo contemporaneo, tramite l’obiettivo di alcune grandi fotografe come Lisetta Carmi, che immortala uno smunto e schizzato Ezra Pound.

Chiosa il percorso l’opera di Mark Jenkins “Till Death Tears Us Apart”, perturbante e provocatoria conclusione di questo viaggio all’interno dell’uomo. La donna prevalica l’uomo e lo decapita, sarà questa la fine assoluta del vecchio uomo?

Ciao maschio lascia molti stimoli e suggestioni, è una mostra riuscita sotto ogni aspetto: attuale, forte, intelligente e provocatoria (e perché no anche divertente), curata con acribia e competenza, così come il catalogo uscito per i tipi di Gangemi, impreziosito da firme importanti e corredato da una bella veste grafica.