L'Amletico

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Chiamami col tuo nome: la Roma mancata nel film di Guadagnino

Elio e Oliver hanno trascorso solo tre giorni insieme a Roma, ma è proprio qui che il loro amore ha raggiunto l'eternità. 

Chi ha visto il film di Guadagnino, però, non ha potuto ammirare le scene dell'Urbe descritte nel libro. La pellicola finisce appunto con Elio che piange la separazione davanti ad un caminetto. Ma la storia prosegue e, in questo caso, non ci sono dubbi che aver visto prima il film sia stata veramente la scelta migliore!

Dopo la scena finale sul grande schermo, ci sono ancora tantissime pagine da sfogliare. Elio e Oliver prendono strade diverse e ormai l'ultima missiva ricevuta risale a sette anni prima. Malgrado la separazione fisica, il legame che li unisce non si indebolisce con il passare del tempo. 

Tanto che vent’anni dopo quegli indimenticabili giorni a Roma, loro si ritrovano negli Stati Uniti e ciascuno racconta qual è stato il momento più felice di quella estate lontana. Il ricordo di Oliver suggerisce un'atmosfera unica al Pantheon, ben diversa da quella in cui le folle invadono tutti gli spazi. Elio, a sua volta, rivela una grandissima capacità mnemonica –nonostante la considerevole quantità di alcol assunta – nel ricordare con precisione dettagli di quel luogo vicino a Piazza Navona dove Oliver lo baciò come mai prima. 

Poi, il ricordo della cena sulla Cassia, del mimo di Dante che recitava stornelli romaneschi, del ricevimento in centro, del Pasquino, della 'sanclementizzazione' dell'esistenza. 

Lontani dalla riviera, l'intensità del soggiorno a Roma li segnò profondamente e la descrizione di André Aciman è un regalo prezioso per chi, come me, fantasticava su un finale alternativo all'opera di Guadagnino.