i bon iver cambiano pelle: la svolta elettronica

Justin Vernon ha deciso: per il terzo album dei Bon Iver si possono riporre le chitarre acustiche e mettere da parte tutta la componente folk che fino ad ora ha caratterizzato ogni lavoro della banda. Dunque dimentichiamoci, almeno per questa breve parentesi, degli idilli che ci sono stati descritti e musicati  nelle due fatiche precedenti ( For Emma Forever Ago del 2007 e Bon Iver,Bon Iver del 2011) e apriamoci a questo coraggioso esperimento elettronico.

22,A Million si presenta al pubblico come un intricato sistema di simboli e suoni: la copertina infatti è un collage iconografico, di difficile interpretazione, e altrettanto complicata è la comprensione dei titoli, saturi di numeri e caratteri diversi tra loro. Con 22 (OVER S∞∞N), primo brano dell’opera, già capiamo di non trovarci nel classico scenario tipico di Bon Iver, quello dei boschi rigogliosi  e dei ruscelli, ma stiamo andando incontro a qualcosa di nuovo, qualcosa di più sintetico (il disco dura meno di 35 minuti) ma ugualmente d’impatto. I versi si susseguono traccia dopo traccia: ora semplici e chiari, ora inafferrabili. La voce di Vernon è lo strumento principale che, simile a una chitarra elettrica subisce distorsioni, amplificazioni e in tal senso raggiunge il punto più alto in 715 – CRΣΣKS: qui, in soli due minuti e spoglio di ogni suono, ci viene dipinto il quadro struggente di un amore.

Nucleo centrale e spartiacque, tra una prima parte dal sound marcatamente elettronico e diretto ed una seconda più intima e soffusa, è  33 “GOD”,  singolo uscito a fine agosto contenente una piccola sorpresa per tutti i fan di Paolo Nutini. Unica connessione con il recente passato è 29 #Strafford APTS, forte di arpeggi acustici e sonorità tipiche della band indie-folk.

Sotto ad una corazza ruvida e apparentemente intaccabile, si cela un viaggio introspettivo nell’animo umano, che scava in profondità lasciandoci disorientati e confusi. Diffidate da chiunque dica che la musica elettronica non possa emozionare (  James Blake? Chet Faker? Gli ultimi Nick Cave e Leonard Cohen?) perché 22,A Million è un pugno dritto allo stomaco, un mare in tempesta. Esperimento coraggioso (come detto in apertura) dall’esito grandioso, imperdibile per chiunque ami la musica dell’anima.

Altre recensioni

Metacritic  (87/100)

Rolling Stone  (4/5)

Onda Rock (7.5/10)

Rockol  (4.5 / 5)

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